THE IMITATION GAME
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: per “tutti” (cineamatori*, cinecuriosi*, cinepopcorn*)
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Se questa è davvero la storia della seconda guerra mondiale, allora è piuttosto incredibile.
LA TRAMA
Manchester, primi anni ’50. Alan Turing, brillante matematico ed esperto di crittografia, viene interrogato dall’agente di polizia che lo ha arrestato per atti osceni. Turing inizia a raccontare la sua storia partendo dall’episodio di maggiore rilevanza pubblica: il periodo, durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui fu affidato a lui e ad un piccolo gruppo di cervelloni, fra cui un campione di scacchi e un’esperta di enigmistica, il compito di decrittare il codice Enigma, ideato dai Nazisti per comunicare le loro operazioni militari in forma segreta. È il primo di una serie di flashback che scandaglieranno la vita dello scienziato morto suicida a 41 anni e considerato oggi uno dei padri dell’informatica in quanto ideatore di una macchina progenitrice del computer (MyMovies).
IL COMMENTO
Com’è noto, cavalcando uno stereotipo piuttosto fondato, le persone geniali molto spesso non brillano per capacità relazionali. E Alan Turing non smentisce lo stereotipo. Anzi. Il personaggio, magistralmente interpretato dall’acclamato attore britannico Benedict Cumberbatch (La Talpa, War Horse, 12 anni schiavo), sembra un uomo dall’umanità inesistente: insopportabile, presuntuoso, irascibile, ostinato e profondamente disadattato. Egli diviene nonostante tutto protagonista di un’invenzione scientifica che cambiò realmente il corso della storia: da un lato aiutando gli alleati a sconfiggere Hitler, dall’altro gettando le basi per la nascita del moderno computer. Il racconto della vicenda è appassionante. Turing, apparentemente motivato più dalla volontà di superare i propri limiti che dal desiderio di servire il suo paese, si propone all’intelligence britannica per risolvere i messaggi in codice utilizzati dall’esercito nazista. In breve tempo, da membro del gruppo, ne diviene il leader, non tanto per il carisma che mai dimostra, ma grazie a intuizioni capaci di dargli autorevolezza agli occhi dei suoi quasi geniali colleghi. Accanto agli eventi storici, che accompagnano con misura e buona tensione l’intero film, scopriamo la vita sentimentale di Turing, che diviene il centro dell’umana vicenda. Inizialmente attratto (mentalmente) da Joan Clarke (Keira Knightley), collega di lavoro e a quanto pare unico affetto della sua breve esistenza, Turing rivela poi la sua tendenza omosessuale, che lo porterà al suicidio. Dietro alla vittoria di un Paese, e dello scienziato, emerge la sconfitta dell’uomo, e della società che lo ha rifiutato. Una storia tristemente disperata, che il film racconta, nel tentativo di rendere giustizia postuma ad un eroe silenzioso protagonista del novecento, per lo più sconosciuto all’umanità. Mentre la democrazia sconfiggeva la barbarie nazista, 49.000 omosessuali nella miope, ingiusta e conservativa Gran Bretagna degli anni ’50 venivano condannati per atti osceni e sottoposti a terapie ormonali. Una storia recente di ottusità e oppressione che ci porta ad applaudire con entusiasmo al film e alle conquistate libertà, seppur imperfette, di gran parte del mondo civile.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The Imitation Game – Genere: biografico – Durata: 1h53 – Regia: Morten Tyldum – Cast: Benedict Cumberbatch (La Talpa, War Horse, 12 anni schiavo), Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Rory Kinnear – Produzione: Gran Bretagna, USA – Uscita: 1 gennaio 2014