LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG
IN BREVE – Qualità: ★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cinecuriosi*, cinepopcorn*
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Perde fortunatamente la “leggerezza” del primo episodio per recuperare l’epica spettacolare del fantasy, che comincia un po’ a ripetersi.
LA TRAMA
Secondo episodio del prequel del “Signore degli anelli”. Personaggio centrale è ancora una volta Bilbo Baggins, lo Hobbit, in viaggio con i tredici nani e con il Mago Gandalf per la riconquista della Montagna Solitaria e il perduto regno dei Nani di Erebor. In cammino verso est, il gruppo si trova a dover cercare ospitalità presso Beorn cambiapelle, «un omone dalla fitta barba nera, capelli neri, grosse braccia e gambe nude dai muscoli nodosi» capace di tramutarsi in un aggressivo orso. In fuga dai temibili orchi, i coraggiosi protagonisti dovranno prima affrontare i ragni giganti del Bosco Atro, poi sfuggire agli Elfi della Foresta e infine, sulla Montagna Solitaria, fronteggiare l’enorme drago sputafuoco Smaug, creatura minacciosa e terrificante.
IL COMMENTO
Il premio Oscar Peter Jackson, con il primo episodio de “Lo Hobbit”, aveva scelto di mantenersi fedele allo spirito del romanzo originale, più ricco di situazioni brillanti e simpatiche, lasciando molti spettatori perplessi. Con questo secondo episodio ritrova la formula fantasy che gli ha regalato fame e successo mondiale, con Il Signore degli Anelli. L’avventura e il film torna ad essere così un incredibile spettacolo per gli occhi, ricco di immaginazione, di ritmo e di tensione. Dai terribili orchi, già visti in passato e apprezzati per la scarnificazione dei loro visi avidi, al gigante buono Beorn cambiapelle, multiforme personaggio parruccone che odia nani e orchi, dai ripugnanti ragni che zampettano negli occhi del poderoso 3D alle atmosfere di Lake-Town, terra di uomini ai piedi della Montagna Solitaria, dagli ossigenanti orizzonti aerei di un mondo che non c’è alla claustrofobica tana del drago Smaug che impressiona con la sua voce rauca e distruttiva. L’avventura funziona ma il film è gravido di domande che uno spettatore non feticista del fantasy comincia a porsi. La sublime qualità del 3D a 48 fotogrammi al secondo non risulta, come già avvenuto nel primo episodio, meno realistico rispetto ai più tradizionali 24 fotogrammi a cui il nostro occhio è abituato? Le 2 ore e 41 minuti di durata di questo episodio sono necessarie alla narrazione o è piuttosto solo una consolidata (ma tutto sommato inutile) prassi offerta allo spettatore degli Anelli, come nel caso del lungo epilogo col drago che finisce per risultare un po’ ripetitivo? La ricchezza visiva e l’abbondanza suggestiva di luoghi e personaggi è riuscita a mantenersi intatta nel tempo o la creatività della serie ha iniziato a perdere un po’ la sua capacità di stupire lo spettatore, finendo per risultare una grandiosa manifestazione tecnologica, un po’ faticosa anche per le orecchie? Ai lettori l’ardua sentenza.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The Hobbit: The desolation of Smaug – Genere: fantasy – Durata: 2h41 – Regia: Peter Jackson (Il signore degli anelli, King Kong) – Cast: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, Benedict Cumberbatch, Orlando Bloom- Produzione: USA, Nuova Zelanda – Uscita: 12 dicembre 2013
