COME IL VENTO
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IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*   TWEET La parabola umana di una donna coraggiosa, per anni alla guida delle più difficili carceri italiane. LA TRAMA Armida Miserere (Valeria Golino) è stata una delle prime donne in Italia a diventare direttrice di un carcere. Un lavoro complesso, faticoso e pericoloso. Il film ..

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COME IL VENTO

98_Come il vento

IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*  


TWEET

La parabola umana di una donna coraggiosa, per anni alla guida delle più difficili carceri italiane.


LA TRAMA

Armida Miserere (Valeria Golino) è stata una delle prime donne in Italia a diventare direttrice di un carcere. Un lavoro complesso, faticoso e pericoloso. Il film racconta la sua storia, a partire dall’amore verso un educatore carcerario (Filippo Timi) fino alla sua morte prematura.  


COMMENTO

Il coraggio di un lavoro difficile. L’integrità di una pressante responsabilità. La debolezza di un’anima spezzata. Armida è tutto questo. E il film è il ritratto appassionato della sua breve vita, immolata sull’altare del lavoro e dell’amore. Valeria Golino è bravissima nell’esprimere le molte emozioni che accompagnano le sue giornate intense e ricche di decisioni, giornate che si incrociano con l’amore sincero e profondo verso Filippo Timi, educatore carcerario che condivide con lei la vita e la passione verso il suo lavoro. La prima parte del film ci introduce nell’idillio amoroso tra i due, raccontato con semplicità e tenerezza, che rivela un sentimento davvero sereno e profondo. Un equilibrio che è messo a rischio dalle pressioni e dai turbamenti che un lavoro in carcere, sia esso educativo o di grande responsabilità, comporta. Ed è così che la tragedia irrompe improvvisamente nella vita di Armida, sconvolgendo le sue certezze, i suoi sogni e le sue giornate. La Golino elabora il lutto nelle rughe del suo volto e conduce il suo personaggio verso il difficile tentativo di ricostruirsi una nuova vita, capace se non di dimenticare almeno di accettare il dolore, nella disperata ricerca di giustizia e verità. Una verità che arriva tardi, troppo tardi, come è consuetudine nel nostro sistema giudiziario. E mentre le procure seguono il loro lungo cammino, Armida accetta prima incarichi difficili, nei carceri italiani di massima sicurezza e di stampo mafioso, per poi cedere, con nostalgica rassegnazione, all’incapacità di vivere. Una parabola triste, drammatica, rabbiosa. Una prova di coraggio e di determinazione per una donna che ha aggredito la vita per cedere alla morte. Armida è un eroe moderno, senza in tasca una vittoria né una sconfitta, ma con la fiera e ammirevole consapevolezza di aver lottato. Il suo metodo di rieducazione carceraria è stato “inflessibile, moralista, giustizialista” dice di lei Valeria Golino. Il carcere infatti è un luogo di punizione e di rieducazione, non certo un “Grand Hotel”, con regole precise da rispettare, sosteneva la Direttrice, davanti alla stampa e alle sue guardie. Una posizione netta, capace di stimolare un acceso dibattito, che nel film è sacrificato perlopiù al dramma personale e umano di Armida, che porta con sè un cognome (Miserere) che sa davvero di predestinazione. Un film asciutto, inteso, davvero molto ben interpretato non solo dalla Golino ma anche da Filippo Timi, che regala alla camera sguardi squisitamente spontanei e credibili.


SCHEDA ESSENZIALE

Titolo originale: Come il vento – Genere: drammatico – Durata: 1h50 – Regia: Marco Simon Puccioni Cast: Valeria Golino, Filippo Timi, Francesco Scianna, Chiara Caselli, Marcello Mazzarella – Produzione: USA – Uscita: 28 novembre 2013

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