VENERE IN PELLICCIA
IN BREVE – Qualità: ★★★ – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*
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Due grandi attori si confrontano in un provino teatrale che diviene un gioco erotico dalle suggestioni sadomaso.
LA TRAMA
Thomas (Mathieu Amalric) è un regista teatrale che sta cercando l’attrice giusta per il ruolo di Vanda nel suo adattamento per le scene del romanzo «Venere in pelliccia» di Leopold Von Sacher-Masoch. Arriva in teatro fuori tempo massimo Vanda (Emmanuelle Seigner), un’attricetta apparentemente del tutto inadatta al ruolo se non per l’omonimia. La donna riesce a convincerlo all’audizione e, improvvisamente, Thomas viene attratto dalla trasformazione a cui assiste. Dopo poche battute si accorge che nessun’altra può aderire come lei al personaggio. Ha così inizio un sottile e ambiguo gioco a due (MyMovies).
COMMENTO
Dopo la prova di Carnage, era difficile per Polanski riuscire a ripetersi ad un così alto livello. Ma Venere in pelliccia, non un capolavoro, è comunque l’ennesima prova del talento di Polanski, regista esiliato e prolifico, che mette in scena l’omonimo libro, nella rilettura di David Ives, noto drammaturgo americano. In evidenza la sua notevole capacità di far muovere gli attori, che sono solo due, in una scena, che è solo una, costruendo un film che non risulta claustrofobico ma al contrario ricco di movimento. Thomas, che ricalca le fattezze del regista, cerca se stesso e al tempo l’attrice per il suo nuovo spettacolo. Deluso dalla vacuità dei provini di un giorno intero, diffida delle donne e del mondo, ripiegandosi in una rabbiosa rassegnazione. Vanda, che sembra l’ultima somma incarnazione di queste “inutili” donne, protagoniste di un mondo “impoverito e ottuso”, si trasforma presto nella perfetta interprete della storia teatrale, e del film stesso. Un mostro di intelligenza, bravura e provocazione, Emmanuelle Seigner entra ed esce dal personaggio ribaltando se stessa, il suo modo di esprimersi e di parlare, tanto frivolo in un caso, quanto sensuale nell’altro. Una prova fisica, quella di Polanski, nelle espressioni dei volti e dei corpi, che servono un film sulle relazioni tra uomo e donna, sui ruoli e sulle dinamiche di potere tra i generi, spingendosi con gusto nel proibito del sadomasochismo. La non più giovane Vanda è prima vittima e poi carnefice del suo alterego maschile, che conquista e domina, arrivando a invadere persino la sfera del sacro creativo del regista. Venere in pelliccia finisce per essere però più un’espressione di virtù registiche e attoriali che una riflessione umana, fin troppo intellettuale, quasi astratta nonostante la fisicità degli attori, e troppo lontana da gran parte del pubblico che ignora, nei fatti o nelle apparenze, le praterie del sessualmente proibito.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Venus in fur – Genere: drammatico – Durata: 1h36 – Regia: Roman Polanski (Carnage, Il pianista, Chinatown) – Cast: Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric – Produzione: Francia, Polonia – Uscita: 14 novembre 2013