JOBS
IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cineamatori*, cinecuriosi*, cinepopcorn*
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Il romanzo (frettoloso) della vita (breve) di un discusso e discutibile genio contemporaneo.
LA TRAMA
La vita di Steve Jobs. Dalle prime visionarie intuizioni al College allo stalking per ottenere i primi finanziamenti. Dall’affermazione della sua futuribile creatura al licenziamento. Dalla riassunzione alla santificazione, fino alla morte. Due volte nella polvere, due volte sull’altar. La storia breve della vita breve di un uomo umanamente discutibile ma dall’incredibile talento e determinazione.
COMMENTO
Uno dei più grandi geni contemporanei. Che lo si voglia o no, che lo si apprezzi o lo si osteggi, che si possieda un iPhone o un Samsung, i suoi prodotti hanno cambiato davvero la vita delle persone. Rivoluzione nella musica, nella telefonia, nella lettura, nella navigazione. Questo è stato Steve Jobs che, per diventare Steve Jobs ha faticato molto, fin dall’inizio della sua vita che gli ha regalato subito il dolore del non avere genitori naturali. Ancora al College, nei floreali anni settanta, era già un ragazzo strano, come ci racconta il film. Insofferente all’autorità, girava per il Campus universitario a piedi nudi o, talvolta, con ineleganti ciabatte. Tra droghe, trasgressioni, amici e amanti ha cercato disperatamente la sua identità di uomo e di futuro uomo d’affari. Il film ci racconta tutto questo ma lo fa senza il tocco eccezionale di una regia all’altezza di una storia così eroicamente cinematografica. Forse perché è storia troppo recente. Forse perché Kutcher sembra voler imitare il personaggio con fedeltà “filologica” (si pensi al modo di camminare) ma così facendo, pur riuscendo ad assomigliargli molto, perde un po’ in naturalezza e credibilità. Nel film vediamo le doti del genio, capace di vedere dove gli altri nemmeno si avvicinano a vedere. Vediamo i limiti dell’uomo, che disconosce il ruolo di chi lo ha aiutato a creare Apple dal nulla o che ripudia sua figlia. Vediamo le difficoltà relazionali con chi aveva attorno, siano essi colleghi, amici o amori. Vediamo una grande quantità di personaggi “reali”, molti dei quali sembrano essere tratteggiati secondo gli stereotipi americani più che secondo la biografia di Jobs. Ne risulta un film che si guarda comunque con piacere, poiché si apprezza l’incredibile storia di un uomo che incarna perfettamente l’eroe americano, partito dal garage e finito nell’olimpo dei businessmen d’America. Un paese in cui ancora oggi puoi credere in un sogno ambizioso, poiché qualcuno è pronto a pagarlo per te. Il film si chiude con il testo recitato di una campagna pubblicitaria ideata per Apple, ed è l’emozione più forte che rimane: “Ecco i pazzi. I disadattati. I ribelli. I contestatori. Quelli sempre al posto sbagliato. Quelli che vedono le cose in modo diverso. Non amano le regole. E non rispettano lo status quo. Puoi lodarli, disapprovarli, citarli, puoi non credere loro, puoi glorificarli o denigrarli. Ma ciò che non potrai fare è ignorarli. Perché loro sono quelli che cambiano le cose. Inventano. Immaginano. Curano. Esplorano. Creano. Ispirano. Mandano avanti l’umanità (…). Perché le persone così pazze da pensare di poter cambiare il mondo sono quelle che lo cambiano”.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Jobs – Genere: biografico – Durata: 2h08 – Regia: Joshua Michael Stern – Cast: Ashton Kutcher, Demot Mulroney, Josh Gad, Lukas Haas, J.K. Simmons – Produzione: USA – Uscita: 14 novembre 2013