GIOVANE E BELLA
IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
WEET
La confusa adolescenza sessuale di una diciassettenne trova espressione in un film che è solo e soltanto una storia.
LA TRAMA
Isabelle è un’attraente studentessa diciassettenne che vive con il fratello minore, la madre e il patrigno. Dopo un’estate al mare durante la quale ha avuto il suo primo (e insoddisfacente) rapporto sessuale torna in città e inizia a prostituirsi fissando appuntamenti via internet. Guadagna molto ma non spende. Un giorno però, durante un rapporto con uno dei clienti più assidui, succede un fatto che muta profondamente il corso della sua vita (MyMovies).
COMMENTO
Difficile riconoscere una morale (intesa nel senso di “insegnamento”) in questo film che è solo e soltanto una storia. Come NON ce ne sono tante. Una storia infatti che non pretende di assurgere ad archetipo dell’adolescenza, che non vuol fare di ogni erba un fascio, che non vuole trarre conclusioni universali da premesse relative. Sullo schermo una possibile storia di adolescenza, che segue le vie della trasgressione poco consapevole, della devianza senza motivo, della passione senza colpe. Al centro la scoperta del sesso, il bisogno di stabilità, la ricerca di se stessi e, soprattutto, una solitudine esistenziale che rabbuia l’umore e gela le giornate. Un’esplorazione nel mondo degli adulti che segue, con velate analogie, le stagioni dell’anno, dall’estate alla primavera, attraverso l’autunno e l’inverno. Un’esplorazione che porta Isabelle (Lea per i propri clienti) a consumare sesso per il solo gusto di farlo. Non la spinge l’ingranaggio dei soldi facili, e nemmeno la solitudine o la distanza dai suoi coetanei. Sembra solo una via inspiegabilmente autodistruttiva, che dissimula forse un’attitudine caratteriale, un po’ di noia borghese, di insoddisfazione esistenziale che si esprime in una sorta di assurdo desiderio di “quantificare” il proprio valore di donna in divenire. Buona abilità del regista nel raccontare le pieghe dell’anima di Isabelle, l’ingenua complicità del fratello o l’alternante presenza dei genitori, ma la sua prova precedente (“Nella casa”) aveva convinto molto di più. In questo film non resta che prendere atto degli eventi che colpiscono senza stimolare grandi riflessioni o dibattiti: Isabelle è fragile, colpevole e incolpevole; i suoi genitori mediamente capaci o mediamente incapaci, alle prese con il mistero della crescita; i suoi clienti semplicemente uomini di dubbia moralità e certa perversione, pronti a sfruttare le debolezze di un’età difficile. Si è d’accordo un po’ su tutto, compresa la bellezza di Marine Vacth, splendida ventitreenne (nel film diciassettenne), che buca lo schermo con la perfezione del suo viso e delle sue forme. Film con divieto sacrosanto ai minori di 14 anni, che cerca così di non favorire la visione da parte di adolescenti di un film in cui l’esperienza del sesso a pagamento ne esce male ma nemmeno poi tanto.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Jeune e jolie – Genere: drammatico – Durata: 1h34 – Regia: Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Fantin Ravat, Johan Leysen – Produzione: Francia – Uscita: 7 novembre 2013