LA GABBIA DORATA
IN BREVE – Qualità: ★★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
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Una splendida opera prima che racconta con tocco documentaristico l’esperienza della frontiera.
LA TRAMA
Juan, Sara e Samuel, tre quindicenni guatemaltechi, decidono di lasciare il loro paese per raggiungere gli Stati Uniti e tentare di costruirsi un futuro migliore, lontano dalla povertà. Durante il viaggio incontreranno Chauk, un giovane del Chapas che non parla la loro lingua e che si unirà a loro. Spinti dalla disperazione e dalla speranza, affronteranno tutti gli imprevisti di un viaggio che non sarà né facile né fortunato.
COMMENTO
Un’opera prima “d’autore” quella di Diego Quemada-Diaz, da anni assistente operatore di Ken Loach, Oliver Stone, Alejandro Gonzàlez Iñarritu e Fernano Meirelles. Un talento cresciuto alle spalle di registi di grande spessore e fama internazionale, che trova espressione in questo film documentario sulla crudeltà dell’emigrazione. Tre ragazzi e una ragazza, che si traveste da ragazzo per diminuire i rischi del viaggio. I tetti dei treni come mezzo di trasporto. Una frontiera ostile e lontana, il doloroso miraggio del sogno statunitense. Il film è tutto questo. Un viaggio disperato, crudele e struggente, affrontato con coraggio e paura da quattro interpreti straordinari, interpreti di se stessi e della propria condizione di migranti. Non c’è di bisogno di “romanzo”, né di molti dialoghi (il film è in spagnolo con sottotitoli), né della musica (presente in poche occasioni, a far cessare i lunghi silenzi). Il film racconta il vero nelle facce dei protagonisti riuscendo in modo perfetto a far vivere allo spettatore l’angoscia del viaggio. Un viaggio in cui, ogni giorno, si presentano eventi capaci di strappare un sorriso, l’ombra di una speranza o di far sprofondare nel buio del dolore i quattro ragazzi, incerti di sé, della propria strada, del posto dove dormire e della certezza stessa di risvegliarsi. Lungo il percorso incontreranno i pesanti manganelli di poliziotti corrotti, i violenti fucili di viscidi predoni, le tenere carezze di un prete coraggio, le cieche percosse di chi vorrebbe l’oro nella povertà. Un viaggio dove la compagnia lascia spazio alla solitudine, la violenza alla solidarietà, la speranza alla disperazione. Impariamo, vivendola come fosse nostra, la fatica della conoscenza tra sconosciuti, nel difficile inserimento di Chauk che prima di essere parte del gruppo è solamente un indios da tenere a distanza. Impariamo, vivendola come fosse nostra, la paura dell’incertezza non solo per il proprio domani ma anche per il destino dei propri compagni di viaggio, abbandonati uno dopo l’altro all’inquietudine dell’ignoto. Impariamo, vivendola come fosse nostra, la follia dei viaggi della speranza che nascono dalla disperazione, crescono nella disperazione e terminano troppe volte nella disperazione. Un viaggio umano, sociale, crudo sulla mitologia della frontiera, e della vita stessa.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: La jaula de oro – Genere: drammatico – Durata: 1h42 – Regia: Diego Quemada-Diez – Cast: Brandon Lòpez, Rodolfo Dominguez, Karen Martinez, Carlos Chajon – Produzione: Messico – Uscita: 7 novembre 2013