SOMETHING GOOD
IN BREVE – Qualità: ★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cinecuriosi*, cinepopcorn*
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Thriller globale dall’estetica hollywoodiana e dall’intreccio all’italiana.
LA TRAMA
Matteo (Luca Barbareschi) è un uomo senza scrupoli. Lavora, in Italia, nel traffico di cibo avariato per conto di una multinazionale cinese. Dopo aver rischiato l’arresto, si rifugia ad Hong Kong dove incrementa la sua attività illegale, arrivando a divenire uno dei responsabili del commercio internazionale di alimenti contraffatti, in grado di mettere a rischio la sopravvivenza di milioni di persone nel mondo. Braccato dalla polizia, e dai suoi stessi collaboratori, cercherà una via d’uscita dopo essersi innamorato di una donna.
COMMENTO
Mood americano per questo film prodotto, girato e interpretato da Luca Barbareschi. Recitato in lingua inglese, il film, già a partire dal titolo, sembra voler seguire la strada delle grandi produzioni hollywoodiane, ricche di denaro e di ambizioni. Il risultato però è poco più che modesto. Pur apprezzando l’estetica di alcune scene e la bontà di un progetto di respiro internazionale (che allontana questo film da molte produzioni claustrofobiche e localiste del nostro più tipico cinema “con le gambe corte”) non posso non evidenziare l’assenza di una certa credibilità della storia, sia per come viene raccontata sia per come è interpretata dallo stesso Barbareschi, ad un tempo protagonista egocentrico e regista un po’ presuntuoso. La trama ricalca un po’ la media di molti film di genere, mostrando un crescendo di violenza, ricatti e soprusi che rimangono però sempre nei limiti abitualmente accettati dal costume italiano (come dire, “violenza all’italiana”, altro dalle esplorazioni sul tema di Kubrik o Scorsese, per citare solo un paio di esempi illustri). Il percorso di dannazione e il successivo riscatto del protagonista appaiono davvero prevedibili e banali, incrociandosi con l’abusato tema dell’amore salvifico, capace di guardare oltre alla colpa oggettiva. Ogni tensione polare si risolve con eccessiva semplificazione per chiudersi con l’espiazione che riporta al suo posto il bene e il male. Un film prevedibile quindi, dominato dal penitente Barbareschi che non riesce ad emergere in modo credibile non tanto come criminale, quanto come amante pentito. Difficile poi astrarre, nel valutare il film, dalle vicende personali del multiforme regista, attore, presentatore e politico che, con il suo “presenzialismo” discutibile ha compromesso anche la sua credibilità artistica, ancora tutta da dimostrare. Nell’economia del film, l’aspetto più interessante viene forse dallo spunto da cui esso prende le mosse, ovvero il tema della contaminazione del cibo. Il fatto che, quotidianamente e in molti paesi del mondo, politiche di sfruttamento e di massimizzazione del profitto introducono nel circuito alimentare cibo avariato e pericoloso è tanto inquietante quanto dimostrato dai numerosi fatti di cronaca a tutti noti. Un motivo in più per ripensare la nostra idea di progresso e civiltà. Grazie o nonostante il film.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Something good – Genere: thriller – Durata: 1h51 – Regia: Luca Barbareschi – Cast: Luca Barbareschi, Zhang Jingchu, Kenneth Tsang, Gary Lewis, Carl Long Ng – Produzione: Italia – Uscita: 7 novembre 2013