UNA FRAGILE ARMONIA
IN BREVE – Qualità: ★★(★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
TWEET
Un quartetto di “serpenti” che sembra una multinazionale.
LA TRAMA
Peter Mitchell è violoncellista e vedovo inconsolabile di un mezzosoprano, Daniel Lerner è primo violino con l’ossessione della perfezione, Robert Gelbart è secondo violino col complesso del numero due, Juliette Gelbart è violista e moglie insoddisfatta di Robert. Insieme compongono un celebre quartetto d’archi che da venticinque anni raccoglie applausi e consensi in tutto il mondo. Il Parkinson diagnosticato a Peter getta il gruppo nel panico e nello sconforto. Alla vigilia di una nuova stagione dovranno fare i conti con la malattia di Peter, l’Opera 131 di Beethoven e la vita che mette a dura prova i loro sentimenti e la loro relazione. Tra colpi di scena e colpi di archetto si ‘accorderanno’ perdendo la leggerezza ma ritrovando l’armonia (MyMovies).
COMMENTO
Un’altra pellicola per appassionati di musica classica. Diversamente dal sopravvalutato “Quartet”, questo film presenta una storia meno zuccherosa e stereotipata. Mette in scena le disarmonie di un quartetto, unito da grande passione per la musica ma diviso da rancori, gelosie, tradimenti e protagonismi degni di una multinazionale. Una regia che sceglie uno stile narrativo composto, misurato, e che cerca di rappresentare gli uomini, dietro ai musicisti. Ci riesce in parte, offrendo un film equilibrato, capace di trasmettere la folle passione per la musica che arriva a oscurare le coscienze, mescolandosi con l’ambizione e le insicurezze di ogni uomo. Il “fugue”, il nome del quartetto a cui i protagonisti dedicano venticinque anni della propria vita, diviene l’orizzonte di vita di ognuno. Sul suo altare i quattro sono disposti a sacrificare quasi tutto, come se il valore assoluto della musica virtuosa dovesse oscurare i più spontanei bisogni individuali. Metodo, applicazione, sacrifici. Un rigore così dominante da snaturare quasi la libera espressione artistica dell’individuo. La musica è dio e i suoi esecutori meri strumenti al suo servizio. Quattro meritevoli eletti, per anni immolati al proprio principio assoluto. Risvegliati dal sonno “eterno” dalla malattia di Walken, che nel film mostra una vuota estraniazione, al confine incerto tra la perfetta immedesimazione e l’inespressività. Philip Seymour Hoffman bravo bravissimo, come sempre. Dietro a tutto domina una storia un po’ prevedibile, negli sviluppi e nella conclusione, che toglie un po’ di sincerità al film e al suo regista documentarista, autore di un’opera prima che chiede conferma del suo talento.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: A late quartet – Genere: drammatico – Durata: 1h 45 – Regia: Yaron Zilberman – Cast: Philip Seymour Hoffman, Christopher Walken, Imogen Poots, Catherine Keener, Wallace Shawn – Produzione: Good Film – Uscita: 12 settembre 2013