ZERO DARK THIRTY
IN BREVE – Qualità: ★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cineamatori*, cinecuriosi*
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È storia contemporanea. Un film che ci porta dietro le quinte della “caccia all’uomo” del numero uno di Al Quaeda. Un climax ascendente fino alla fine, del film e di Bin Laden. Ma c’è più di un difetto.
LA TRAMA
La ricostruzione, storica e puntuale, della caccia a Bin Laden attraverso gli occhi degli analisti della Cia. Dall’11 settembre, passando per gli attentati a Londra e Islamabad, fino alla missione finale. Al centro una donna, sola contro tutti, visionaria e appassionata, capace di tracciare la pista vincente che segnerà una tappa fondamentale nella lotta contro il terrorismo internazionale.
IL COMMENTO
Dopo Lincoln, ecco un altro titolo candidato agli Oscar che risveglia l’orgoglio americano e che, per il suo valore simbolico, corre a pieno titolo tra i favoriti verso la statuetta. Con una regia decisa, in equilibrio tra il thriller e l’opera documentaristica, il film presenta diversi punti di forza e qualche significativo difetto. Partiamo dai primi. In primo piano la lotta al terrorismo. Nelle due ore e quaranta seguiamo, con gli occhi della tenace protagonista Maya (Jessica Chastain) le pratiche dell’intelligence antiterroristica, costituita da un gruppo di analisti dediti alla causa e da forze speciali sotto pressione costante. Scopriamo così la tortura violenta oltre i limiti umani nelle prigioni segrete, la tecnologia potente e precisa a supporto di ogni analisi e strategia, le missioni sul territorio a contatto con ostilità, collaboratori arabi e mondi impossibili, i meeting strategici ricchi di contraddittorio, gabbie gerarchiche e decisioni di portata globale, le piste false e le intuizioni geniali che vivono di persone e visioni politiche. Tutto questo viene raccontato senza eccessi e sensazionalismi e, pur senza mostrare nulla di straordinario, ci accompagna passo dopo passo verso la scoperta del nascondiglio di Bin Laden, portandoci a misurarci con il mondo arabo e la sua cultura, folle, spiazzante e fonte, in molti casi, di incontrollabile ansia. L’epilogo, la missione Zero dark thirty (che significa trenta minuti dopo mezzanotte e indica quel periodo di tempo in cui il buio favorisce gli attacchi e le incursioni) è la parte meglio girata: intensa ed emozionante, carica di tensione nonostante la storia sia nota a tutto il mondo. In mezzo a tutto questo contesto più che positivo, trova spazio il romanzo un po’ fastidioso dei fatti, attraverso una inutile caratterizzazione dei personaggi che toglie qualità al film. Con alcune scene superflue (per fortuna poche), la Bigelow trova il modo di costruire con retorica la figura dell’eroe, quello di Maya, capace di andare oltre alla stupidità dei vertici, alle chiusure della politica, alle rivalità dei colleghi. Scene che attingono purtroppo a stereotipi abusati. La storia diventa così l’impresa di una donna, tenace e ossessiva, più che la vittoria strategica e tecnologica di un gruppo organizzato e coraggioso. Sarà pure una storia vera, basata su vere testimonianze, come si legge all’inizio del film, ma a volte al cinema la verità sembra più finta della finzione.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Zero dark Thirdy – Genere: thriller – Durata: 2h 37 – Regia: Kathryn Bigelow (The Hurt locker, Strange Days) – Cast: Jessica Chastain (The Help, The tree of life), Joel Edgerton, Jennifer Ehle, Mark Strong – Produzione: Usa – Uscita: 7 febbraio 2013