LA GRANDE BELLEZZA
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IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*   TWEET Roma cafona. Pericolosamente in bilico tra opera d’autore e banale caricatura.   LA TRAMA Scrittore di un solo libro giovanile, “L’apparato umano”, Jep Gambardella, giornalista di costume, critico teatrale, opinionista tuttologo, compie sessantacinque anni chiamando a sé, in una festa barocca e cafona, il campionario ..

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LA GRANDE BELLEZZA

47_La Grande Bellezza

IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*  


TWEET

Roma cafona. Pericolosamente in bilico tra opera d’autore e banale caricatura.  


LA TRAMA

Scrittore di un solo libro giovanile, “L’apparato umano”, Jep Gambardella, giornalista di costume, critico teatrale, opinionista tuttologo, compie sessantacinque anni chiamando a sé, in una festa barocca e cafona, il campionario freaks di amici e conoscenti con cui ama trascorrere infinite serate sul bordo del suo terrazzo con vista sul Colosseo. Trasferitosi a Roma in giovane età, come un novello vitellone in cerca di fortuna, Jep rifluisce presto nel girone dantesco dell’alto borgo, diventandone il cantore supremo (MyMovies).


IL COMMENTO

Un film ridondante che non può lasciare indifferenti. Fiumi di recensioni si sono divisi tra critiche impietose e cieche esaltazioni. A me pare che la verità stia nel mezzo. La rappresentazione del peggio che affligge l’Italia, e Roma in particolare, è filtrata dalla terrazza Servillo, vista Colosseo. Di lì passa la peggior fauna italiana. Volgare, ricca o peggio ancora arricchita, vuota, superba, infelice. Una commedia della finzione tra facce di gomma, rifatte, decadenti e perlopiù inconsapevoli, che scambiano aforismi del nulla, guardando il nulla del proprio passato, presente e futuro e demolendo a sassate la bellezza, quella vera e immortale. Un condensato di tristezza danzante, anestetizzato da musica, alcol, droghe, lustrini e lusinghe. Brevi storie raccontano i personaggi con larghe pennellate, cadendo troppe volte nella banalizzazione che diviene grottesco, a un passo dal trash. Verdone, che fa una specie di Verdone, pronuncia l’epitaffio a Roma con il suo più che autorevole “mi ha deluso”; sua Eminenza, mentre dà consigli di cucina, distrugge lo spirito della Chiesa; la santona esotica, che soggiorna all’Hassler, demolisce il già debole bisogno di spiritualità; la performer nuda, che si schianta contro un muro, affossa l’arte contemporanea inutile e costruita; la nana capellona e occhialuta degli Incredibili, che completa lo zoo, sfilaccia l’immagine già oscurata del giornalismo di potere. Solo la Ferilli, spogliarellista in romanesco, dà qualcosa in più degli altri stereotipi, rivelando malinconia e profondità. Il re dei mondani, un sempre straordinario Servillo, si stringe attorno al suo sottobosco, forte del rispetto di chi l’ha creato e, diversamente da loro, rivela occhi aperti e mente viva, sopravvissuta alla distruttiva routine d’alto borgo. Il messaggio passa cristallino e, seppure alcune scene rimangano scolpite nella memoria e nella storia del cinema italiano, la reazione dello spettatore, a luci accese, è quella di fuggire, veloce, il più lontano possibile. Ed è forse la reazione che Sorrentino, talento indiscusso, voleva ottenere. Ma il film grida per l’assenza di una vera e propria trama e il racconto, più si estende, più si ripete, perdendo lentamente la capacità di opporsi al brutto e di oscurare le fallaci luci della decadenza.


SCHEDA ESSENZIALE

Titolo originale: La grande bellezza – Genere: drammatico – Durata: 2h 30 – Regia: Paolo Sorrentino (This must be the place, Il Divo) – Cast: Tony Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari – Produzione: Italia, Francia – Uscita: 21 maggio 2013

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