MIELE
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*
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Allegriaaa! Una storia di morte piuttosto impegnativa, ma stimolante e ben interpretata.
LA TRAMA
Con il nome fittizio di Miele, Irene si occupa di suicidi assistiti all’oscuro dei pochi che frequenta e di una società per cui la sua attività è un reato. Chiamata al capezzale di persone a un passo dalla morte, in cambio di denaro, somministra Lamputal, un farmaco letale a uso veterinario che in dosi massicce assicura l’effetto anche sull’uomo. Un giorno, a chiedere l’intervento di Irene è l’ingegner Grimaldi, un intellettuale sulla settantina al quale consegna il barbiturico dando per scontata la criticità della sua situazione. Quando scoprirà che è in piena salute, si affretterà a tornare sui propri passi (MyMovies).
IL COMMENTO
Non è certo un film che si lascia vedere. La storia, triste, di Miele ha ben pochi momenti di felicità e serenità. La quotidianità di Miele è ripetitiva, piatta: qualche serata in discoteca, un po’ di sesso meccanico in situazioni complicate e poco affettive, nuoto e un po’ di esercizio fisico, una casa in riva al mare quasi che senta il bisogno di avere un contatto con l’acqua o la terra per ricordarsi che è in vita. Sopravvive dando la morte a persone che vogliono farla finita. “Non sono un sicario” dice lei. Dare la morte a chi lo desidera è certamente illegale, ma per Miele più che un lavoro è una missione, un credo, forse una reazione per lei, che ha visto morire la madre e che sembra non dare valore ad una vita di sofferenze. Miele è lì non per uccidere, ma per aiutare. Il suicidio assistito sembra naturale, doveroso, ragionevole. Almeno quando è accompagnato dalla malattia. La Golino, alla sua prima prova, descrive con essenzialità il momento della morte di alcuni dei “clienti” di Miele. Lo fa con rispetto, dolore, controllo, senza mai mostrare la fine. Lo fa senza prendere posizioni ideologiche, celebrando la drammaticità della scelta finale. L’interpretazione di Jasmine Trinca è davvero intensa. Un viso che si incupisce e si rallegra con grande facilità e che trasmette sensazioni con una grande naturalezza e talento da vendere. Un film dunque che alla fine può lasciare spiazzati, forse perché siamo colpevolmente abituati a semplificazioni o a banali film a tema dalle soluzioni semplici. La Golino invece si limita a raccontare una storia, con la giusta misura, e con grande abilità nel raccontare l’emotività dei protagonisti. Un film sensibile e molto “vero”.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Miele – Genere: drammatico – Durata: 1h 36 – Regia: Valeria Golino – Cast: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero de Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte – Produzione: Italia – Uscita: 1 maggio 2013