L’UOMO CON I PUGNI DI FERRO
IN BREVE – Qualità: ★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cinepopcorn*
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La benedizione di Tarantino non basta a legittimare questo muscolare film a metà strada tra l’action e Ken il guerriero.
LA TRAMA
Nell’animata cittadina cinese di Jungle Village, vive un onesto e pacifico fabbro che sforna armi di qualità eccezionale, a disposizione di ogni tipo di predoni. “Per forgiare un’arma servono tre cose: il metallo giusto, temperature oltre 1.400 gradi e qualcuno che ha voglia di uccidere. E qui a Jungle Village abbiamo tutte e tre”. Questo l’esordio di un film che ruota attorno alla battaglia che sette riottosi clan di delinquenti dediti al kung fu mettono in campo per impossessarsi di un prezioso e abbondante carico governativo d’oro. Una battaglia all’ultimo sangue, a cui prende parte anche un mercenario inglese (Russel Crowe), “coreografata” all’interno di un lussuoso e fascinoso bordello.
IL COMMENTO
Il patrocinio di Tarantino e la presenza della splendida Lucy Liu non bastano affatto a rendere il film oggetto di qualche palpabile interesse. Quello che sulla carta poteva sembrare uno sfizioso film di genere, denso di suggestioni e citazioni cinematografiche, condito del sapore esotico presente in diverse opere di successo della cinematografia orientale, risulta malauguratamente un polpettone grezzo di scene roboanti, costruite goffamente nell’incontro tra un muscolare film action e un poco credibile filmaccio kung fu. La cura delle scene e la quantità di citazioni rivelano una profonda passione per il mondo descritto, ma il risultato è davvero modesto. Il regista ostenta le sue passioni adolescenziali, che richiamano con evidenza lo stile narrativo e visivo di Ken il guerriero, con grande profusione di mosse più o meno secrete accompagnate da fiumi di sangue. Eroi improbabili, contrapposti in duelli improbabili, spinti da avidità e brama di potere. Il tutto accompagnato da una colonna sonora da videogioco, intrisa dell’anima hip hop del regista che, non contento, ritaglia per sé la figura del protagonista fabbro, dotato di una mimica facciale degna di un pesce lesso e di un’espressione visivamente poco sveglia. Tra i tanti eroi con gli occhi a mandorla, spicca la figura del mercenario Knife, un Russel Crowe appesantito e tutto sommato ininfluente al risultato finale di questo modesto western orientale, originale sono negli intenti. Guardando questo film, emerge con evidenza l’abissale differenza tra RZA e altri autori dalla “regia coraggiosa”, come lo stesso Tarantino o il talentuosissimo Baz Luhrmann. Insomma, dopo dieci minuti il film non ha più davvero nulla da dire. Svela le sue carte, le sue trame e i suoi personaggi, all’inseguimento di un pathos superficiale dal sapore manga. L’espressione di un sogno infantile, in assenza di talento. Adulti mentali, alla larga.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The man with the iron fists – Genere: azione – Durata: 1h 35 – Regia: RZA – Cast: Russel Crowe, Lucy Liu, RZA, Rick Yune – Produzione: USA, Hog Kong – Uscita: 9 maggio 2013
