TRENO DI NOTTE PER LISBONA
IN BREVE – Qualità: ★★ – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*
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Un viaggio “statico” da Berna a Lisbona, e nel passato portoghese, alla ricerca delle radici della propria esistenza.
LA TRAMA
Il professor Raimund Gregorius insegna latino in un liceo di Berna. La sua vita è monotona e ripetitiva. Una mattina come le altre, recandosi al lavoro, incontra una giovane ragazza sul punto di suicidarsi e, con abile mossa, riesce a fermarla e a farla desistere. La consola e la porta in classe con sé. Ma la ragazza fuggirà poco dopo, lasciando il suo impermeabile rosso, con dentro alle tasche un libro e un biglietto ferroviario: destinazione Lisbona. Mosso da un’improvvisa voglia di avventura e di cambiamento, abbandona da un giorno all’altro la sua classe, la sua scuola, la sua casa e la sua vita regolare diretto verso la capitale portoghese. Durante il viaggio leggerà il libro (che sembra essere stato la causa dello sconvolgimento della stessa ragazza) e, giunto in città, si metterà sulle tracce dell’autore.
IL COMMENTO
Il viaggio di Raimund è un viaggio esistenziale e, nello stesso tempo, un viaggio nella memoria, che ci porta alla Rivoluzione dei Garofani, avvenuta in Portogallo nel 1974, raccontandoci una storia d’amore e di ribellione, di amicizia e di tradimento. Tratto dal romanzo “Un train de nuit pour Lisbonne” di Peter Bieri, grande successo di vendite in terra tedesca, il film risulta poco convincente. Innanzitutto dal punto di vista visivo, laddove una regia immaginifica piuttosto statica presenta la splendida città di Lisbona come un puro contorno all’azione. La voce fuori campo appesantisce ulteriormente gli ambiziosi contenuti e segna il ritmo di un racconto esistenzialista che sfiora le grandi domande della vita per proporre pensieri alquanto precotti. “Il vero regista della nostra vita – si ascolta dalla voce dei protagonisti – è il caso”. Sembra di ascoltare il pensiero di un prete laico, che vive dentro a un libro, e che diviene l’ossessione di Raimund. Fuggendo da Berna, il professore insegue le tracce dell’autore, Amadeu de Prado, quasi ne fosse un gost rider e insegue se stesso nella ricerca incessante di un senso e di un equilibrio. Una ricerca che langue in quanto a ritmo e in quanto a coinvolgimento per lo spettatore: la riflessione non appassiona, il ritmo non decolla, il cuore non si scalda, nemmeno un po’. Le lacrime dei protagonisti, che vivono i loro drammi personali, sembrano scorrere sui visi di personaggi di un libro letto da altri o di una storia solamente riferita. Un film poco cinematografico nella sua trasposizione, poco stimolante e piuttosto noioso, nonostante la solida recitazione di Jeremy Irons, che da diversi anni non ci regala ruoli significativi, e la lunga esperienza di Bille August, regista intimista e formale, forse un po’ sopravvalutato.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Night Train To Lisbon – Genere: drammatico – Durata: 1h 51 – Regia: Bille August (La casa degli spiriti, Con le migliori intenzioni)- Cast: Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck, Tom Courtenay – Produzione: Svizzera, Portogallo, Germania – Uscita: 18 aprile 2013