COME PIETRA PAZIENTE
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IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: O – Pubblico: cinefili*. cineamatori*   TWEET Un coraggioso film denuncia sulla condizione femminile in Afghanistan. Un mattone capace di stimolare la riflessione, ma anche il sonno. LA TRAMA Afghanistan. Una giovane donna con due figlie in tenera età assiste in una misera abitazione il marito mujaeddhin, in coma in seguito a ..

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COME PIETRA PAZIENTE

34_Come pietra paziente

IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: O – Pubblico: cinefili*. cineamatori*  


TWEET

Un coraggioso film denuncia sulla condizione femminile in Afghanistan. Un mattone capace di stimolare la riflessione, ma anche il sonno.


LA TRAMA

Afghanistan. Una giovane donna con due figlie in tenera età assiste in una misera abitazione il marito mujaeddhin, in coma in seguito a uno scontro con un compagno d’armi. Senza soldi, si vede costretta ad affidare le figlie ad una zia mentre lei stessa continua la sua fedele veglia al corpo inerme del marito. Giorno dopo giorno, nella solitudine della sua abitazione, mentre fuori piovono bombe, la donna confessa ogni suo privato sentimento al marito che non può sentirla. Trovando in qualche modo la via alla libertà.


IL COMMENTO

Erano anni che non avevo l’impulso di uscire dal cinema. Ma a metà film ho cominciato a sentire il desiderio di muovere le gambe, rigirandomi sulla poltrona come un cane sulla sua cuccetta. Nonostante la mia reazione, è bene dire subito che il film ha diversi aspetti di interesse. La ripetitività è funzionale, narrativa, rituale. Il film esprime lo scandalo della condizione femminile afgana che porta una donna a vegliare sul corpo in fin di vita di un marito, affibiatole senza assenso, mentre fuori piovono bombe. Ma la libertà per lei non esiste. Il suo “cartellino” è stato assegnato ad un uomo, e nulla esiste all’infuori di esso. Anche se proprio lui è libero di ripudiarla, sostituirla o affiancarla con altre donne. Una situazione oggi assurda agli occhi di un qualunque “cittadino del mondo”. Una situazione che troppo spesso, per una sorta di rispetto e convenzionale legittimazione della diversità, è definita come “differenza culturale”, invece che barbarie. Un’ora e 40 (che sembrano 3) è sufficiente a trasmettere il grido, silenzioso, di una donna musulmana. E, mentre esco pensieroso, continuo a credere che non basti un tema profondo per costruire un film a 5 stelle.


SCHEDA ESSENZIALE

Titolo originale: Syngué Sabour – Genere: drammatico – Durata: 1h 43 – Regia: Atiq Rahimi – Cast: Golshifteh Farahani, Hamid Djavadan, Massi Mrowat, Hassina Burgan – Produzione: Francia, Germania, Afghanistan – Uscita: 28 marzo 2013

 

 

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