IL FIGLIO DELL’ALTRA
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
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Amore e odio nella storia di due famiglie divise dalla religione e da duemila anni di storia.
LA TRAMA
Due neonati, uno ebreo l’altro musulmano, vengono accidentalmente scambiati durante un bombardamento, in un ospedale palestinese. Quando i due ragazzi, divenuti grandi, scopriranno l’errore, dovranno riconquistarsi la propria identità e ritrovare il proprio posto nel mondo.
IL COMMENTO
Vivere la vita di un altro porta con sé una quantità di domande che mettono a dura prova l’equilibrio di qualunque persona. In questo delicato film francese, lo scambio di destini è inserito all’interno dell’eterna contrapposizione tra ebrei e musulmani. Joseph studia e vive da ebreo, pur rivelando più passione per la musica che per la religione. Ma sapere di essere musulmano lo rende immediatamente estraneo al popolo “eletto”. Potrà convertirsi, se lo vorrà, ma non sarà mai ebreo. Tutto ciò che è stato fino ad allora è cancellato da un atto di nascita. “Dovrò lasciare la kippah per una cintura esplosiva?” si chiede Joseph in un momento di crisi”. Sull’altro fronte Yacine ha già deciso di vivere in Francia, per tornare in Palestina, vicino alla sua famiglia, solo quando sarà medico. Ma la terribile rivelazione lo allontana da suo fratello, musulmano integralista, che fatica a legittimare l’amore che ha sempre provato per lui. Una guerra di sentimenti contrastanti, profonda, drammatica, viscerale. Assistiamo increduli alla contrapposizione tra l’amore naturale, cresciuto giorno dopo giorno nelle due famiglie, e l’odio atavico che divide due popoli dalla notte dei tempi. Scoprire di essere dell’altra parte sembra davvero essere la cosa più dolorosa che possa capitare nella propria vita. “Il figlio dell’altra” è un film che va alla radice dell’intolleranza, che prova a mostrare quanto sia difficile sradicare un sentimento di odio così profondo. Persino per un padre o un fratello. Si apprezza nel film, oltre alla forte espressività dei giovani attori, la sincera descrizione che la regista francese (di origine ebraica) offre dei molti modi di vivere la fede, attraverso parole e gesti spontanei, capaci di raccontare le sfumature che appartengono a due popoli ma anche e soprattutto agli individui, ognuno col suo carico di esperienze, affetti, giudizi e pregiudizi. La storia cambia, sembra dire la regista, se sei ebreo o musulmano, madre o padre, se sei cresciuto lontano o vicino a casa, se sei bambino o adulto. L’amore, nel film, scioglie lentamente ogni chiusura ma la vicenda ci aiuta a comprendere quanto la via alla pace non possa essere frutto di un semplice atto di diplomazia o di intelligenza politica. Dietro a due mondi confinanti e opposti vi è un carico di storia che schiaccia e oscura la via alla vera libertà, non solo di un popolo, ma di ogni singolo ebreo e musulmano.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Le fils de l’autre – Genere: drammatico – Durata: 1h 45 – Regia: Lorraine Lévy – Cast: Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi, Areen Omari – Produzione: Francia – Uscita: 14 marzo 2013