THE QUARTET
IN BREVE – Qualità: ★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cinecuriosi*
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Caro Dustin, un lavoro quasi dignitoso, ma per chi è scritto questo film? Una commedia rassicurante e leggera, troppo leggera, per chi ama la musica classica.
LA TRAMA
Cosa c’è di più piacevole che invecchiare coltivando la propria passione di una vita intera, la musica e il canto? E, come se non bastasse, poterla anche condividere con chi la apprezza allo stesso modo? È questo lo scenario positivo e rassicurante che si respira a Beecham House, la casa di riposo per musicisti in cui ci porta Dustin Hoffman, alla sua prima regia. Una schiera di arzilli vecchietti, con qualche incrostatura e fissazione, vive di musica, ricorda i vecchi tempi, canta e si prepara per nuove emozionanti esibizioni.
IL COMMENTO
Un film apprezzato da molti, spinto da un buon passaparola e da un tema insolito e curioso. Sul manifesto pubblicitario si fa gran fregio di stelline che elogiano il film, definito “sublime”. A mio avviso, un altro film fortemente sopravvalutato. Di positivo c’è la piacevolezza della visione, accompagnata da diversi momenti di musica classica. Di positivo anche il senso ultimo della pellicola, che spinge le persone a coltivare le proprie passioni anche in età avanzata. Anzi, è proprio l’intensità delle passioni a tenere in vita e “in forma” questa schiera di vecchietti in ospizio. Risulta quindi gradevole e rassicurante la visione di un ricovero per anziani sereno, positivo, quasi dinamico, se paragonato all’esperienza che credo ognuno di noi abbia avuto di un qualunque casa di cura, non certo un paradiso o un luogo stimolante. Astraendo da questi innegabili spunti positivi, è però d’obbligo esprimere un parere sulla qualità generale del film, che risulta decisamente poco credibile e forzatamente consolatorio. I personaggi sono veri e propri stereotipi, ridotti a macchiette, raccontati con l’accetta di un boscaiolo più che con la sensibilità di un regista, anche mediocre. Le debolezze di ognuno di loro sono utilizzate per strappare il sorriso, mentre il senso ultimo della vecchiaia e della relazione tra persone rimane perlopiù in sottofondo. In questo contesto leggero e favolistico anche il messaggio rischia di venire male interpretato: per un cantante o un musicista a fine carriera è importante infatti, a mio parere, coltivare la musica, non cercare a tutti i costi il palcoscenico, per evitare di risultare la brutta copia di se stessi. Per questo motivo, l’esibizione finale del quartetto di voci, sul palco, risulta una triste e nostalgica rappresentazione di ciò che non può più essere. Ma Hoffman tutto questo sembra ignorarlo, preferendo una chiave leggera e superficiale. Considerata anche la sua età, non era forse il momento di iniziare la carriera da regista…
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Quartet – Genere: commedia – Durata: 1h 38 – Regia: Dustin Hoffman – Cast: Maggie Smith (Gosford Park, Harry Potter), Albert Finney, Tom Courtenay, Billy Connolly – Produzione: Gran Bretagna – Uscita: 24 gennaio 2013