IL GIOVANE FAVOLOSO
IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
TWEET
Applauditissimo film su Leopardi, “Il giovane favoloso” offre spunti di poesia attraverso i versi di uno dei maggiori poeti italiani e la buona regia di Martone. Purtroppo, un po’ controcorrente, la mia impressione è quella di un film costruito e innaturale.
LA TRAMA
Il giovane favoloso inizia con la visione di tre bambini che giocano dietro una siepe, nel giardino di una casa austera. Sono i fratelli Leopardi, e la siepe è una di quelle oltre le quali Giacomo cercherà di gettare lo sguardo, trattenuto nel suo anelito di vita e di poesia da un padre severo e convinto che il destino dei figli fosse quello di dedicarsi allo “studio matto e disperatissimo” nella biblioteca di famiglia, senza mai confrontarsi con il mondo esterno (MyMovies).
IL COMMENTO
Il nome di Giacomo Leopardi evoca in ognuno di noi il tempo della scuola, dei compiti e delle infinite e noiose lezioni di italiano. Leopardi e le sue sudate carte rappresentano un passaggio inevitabile nelle nostre vite. Leggiamo e studiamo il pessimismo cosmico leopardiano e ci scopriamo uomini ottimisti e fortunati. Ma chi era veramente Giacomo Leopardi ? Chi era il ragazzo di Recanati che passò la sua giovinezza in uno studio matto e disperato? I critici e i bibliografi del poeta hanno scritto di tutto e di più sull’autore e sulla sua vena artistica, ma forse ben poco sul giovane uomo. Perché prima d’essere Leopardi l’intellettuale, vi era Giacomo il giovane. Il regista Martone con questo film tenta di raccontarci il lato umano del poeta, le sue difficoltà affettive con i genitori, i suoi problemi fisici. Era difficile raccontare l’essenza leopardiana fatta di staticità e contemplazione e il film ne coglie l’essenza solo in parte. La sceneggiatura divisa in tre momenti storici precisi: Recanati, Firenze e Napoli convince solo a tratti. Il Leopardi fanciullo desideroso di conoscere la vita e il mondo e il suo complesso rapporto d’amore con il padre emoziona e coinvolge il pubblico, ma poi l’attenzione scema causa un ritmo meno intenso per scivolare in finale piatto e noioso. Il pathos narrativo concentrato sul travaglio interiore e intellettuale di Leopardi è raccontato, descritto, ma poco sentito. Lo spettatore fa fatica ad entrare in simbiosi con il protagonista, non riesce a condividere il peso della solitudine esistenziale e comprenderne fino in fondo i motivi. Forse questo progetto doveva avere uno sbocco più televisivo che cinematografico. La regia di Martone è teatrale, visionaria, onirica, ma lenta e prevedibile non aggiunge un quid creativo e innovativo al prodotto. Elio Germano è un attore di talento e probabilmente un giovane uomo dotato di sensibilità, ma non è una persona malinconica. Interpreta la malinconia, porta sulla scena con dignità e bravura la solitudine, mostra l’ambigua intimità del personaggio, ma non riesce a farlo suo (Melvin II, MyMovies).
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Il giovane favoloso – Genere: biografico – Durata: 2h17 – Regia: Mario Martone – Cast: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco – Produzione: Italia – Uscita: 16 ottobre 2014