AMORE, CUCINA E CURRY
IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OOOO – Pubblico: cineamatori*, cinecuriosi*, cinepopcorn*
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Dalla passione per la cucina, alla passione per la banalità. Un film che inizia bene e che poteva finire prima.
LA TRAMA
Dopo la tragica scomparsa della madre nel corso di un incendio provocato da rivalità politiche Il giovane Hassan si trasferisce dall’India all’Europa con la famiglia. Dopo un periodo di tempo trascorso a Londra la meta definitiva diviene Lumière, un paesino in cui il padre vede la possibilità di concretizzare un futuro di prosperità proseguendo l’attività di ristoratori. Il locale viene aperto e ottiene un buon successo a cui si affianca immediatamente l’ostilità dichiarata della titolare di un ristorante stellato Michelin che si trova esattamente di fronte. I tentativi di cacciare gli indiani si moltiplicano ma Hassan, che è diventato uno chef raffinato, avrà modo di dimostrare quanto vale (MyMovies).
IL COMMENTO
Per realizzare al meglio questo “feel-good movie” il team Spielberg/Winfrey ha messo insieme una squadra che vede Lasse Hallström alla regia, Steven Knight alla sceneggiatura e l’acclamato A.R. Rahman alle musiche. In effetti il bravo sceneggiatore inglese (apprezzato qualche mese fa anche come regista grazie a “Locke”) aveva già affrontato in “Piccoli affari sporchi” o “La promessa dell’assassino” il tema dei rapporti tesi fra persone di nazionalità diverse con copioni più robusti, ma stavolta il tutto è declinato in una chiave fin troppo leggera e anche se non mancano momenti forti ci troviamo di fronte sostanzialmente ad una fiaba. Fiaba che per la regia è stata affidata al cineasta svedese, forse in virtù del suo successo “Made in Miramax” di diversi anni fa “Chocolat”, anche quello ambientato in una provincia francese curiosamente anglofona (vedere il film doppiato avrà per una volta il vantaggio di evitare questa notevole discrepanza) e con il cibo (lì i dolci in particolare) a svolgere un ruolo chiave nella vicenda. Hallström presta molta attenzione, come è giusto che sia, alle scene in cucina e il direttore della fotografia Linus Sandgren, anche lui svedese, si impegna al massimo nel riprendere i manicaretti quasi fossero delle opere arte. Purtroppo però non c’è molto altro da segnalare e pure le musiche, che danno un bel ritmo al tutto, risultano abbastanza risentite. Il risultato finale è alquanto anonimo e gli artisti coinvolti saranno certamente ricordati per altro, anche se il successo di botteghino c’è stato. E gli attori? L’americano Manish Dayal (evidentemente i giovani attori indiani sono troppo impegnati in patria per pensare alle offerte dall’estero) è un Hassan credibile ma come interprete è ancora acerbo e anche la parte romantica con Charlotte/Marguerite poteva riuscire meglio. Quindi i due giovani attori vengono surclassati senza grosse difficoltà dai veterani Mirren-Puri che, una volta seppellita l’ascia di guerra, cominciano a tubare come piccioncini. Tanto che probabilmente il film sarebbe stato non necessariamente più interessante ma più godibile se fosse stato incentrato maggiormente su di loro (ondacinema.it).
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Amore, cucina e curry – Genere: commedia – Durata: 2h02 – Regia: Lasse Hallstrom – Cast: Helen Mirren, Om Puri, Manish Dayal, Charlotte Lebon, Amit Shah – Produzione: USA – Uscita: 9 ottobre 2014