LE DUE VIE DEL DESTINO
IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinecuriosi*
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Ispirato ad una storia vera, “Le due vie del destino” risulta un film spezzato nel racconto, piuttosto lento e moralmente prevedibile.
LA TRAMA
Inghilterra, 1980. Eric Lomax, uno strano tipo ossessionato dagli orari ferroviari, incontra in treno la bella Patti. È amore a prima vista, e poi matrimonio. Ma la prima notte di nozze iniziano i guai: Eric è in preda agli incubi, e rifiuta di raccontarne a Patti il contenuto. Singapore, 1942. Winston Churchill dichiara la resa della città-stato ai giapponesi. Migliaia di soldati britannici vengono fatti prigionieri e costretti a lavorare come schiavi (insieme ai più poveri abitanti locali) alla costruzione della ferrovia che dovrà collegare Bangkok a Rangoon. La chiameranno la Ferrovia della morte per le condizioni di lavoro, climatiche e geografiche in cui è stata costruita e perché vi sono effettivamente periti metà di coloro che vi hanno lavorato. Fra i prigionieri addetti alla costruzione della ferrovia ci sono anche Eric e i suoi compagni, e il trattamento loro riservato è dei più crudeli, sfociando per Eric in una detenzione nella caserma della polizia segreta, la temutissima Kempeitai, ove il giovane soldato subirà ogni sorta di torture. Inghilterra. 1980. A popolare gli incubi di Eric è soprattutto il poliziotto giapponese che è stato il suo aguzzino alla Kempeitai. La moglie Patti, con l’aiuto del compagno di disavventura Finley, spingerà Eric a ricollegare i fili spezzati del proprio passato, con esiti del tutto imprevisti.
IL COMMENTO
Le due vie del destino è basato sul romanzo autobiografico The Railway Man scritto dallo stesso Eric Lomax e diventato un best seller internazionale. Colin Firth si cala con totale partecipazione emotiva nel ruolo del protagonista, mettendo a buon frutto la scorta di umanità che caratterizza da sempre la sua recitazione, e Nicole Kidman mette la sua professionalità (ma poco di più) al servizio del suo cammeo nel ruolo della moglie Patti. Il film procede secondo una narrazione classica da grande cinema di guerra, alternando gli anni Ottanta agli anni Quaranta e immergendoci profondamente nell’atmosfera allucinata vissuta dai prigionieri di guerra durante il conflitto mondiale. I punti di riferimento cinematografici sono Il ponte sul fiume Kwai di David Lean – per difetto, perché quello raccontava una favoletta consolatoria, eludendo la realtà terribile del conflitto – e Furyo di Nagisa Oshima, assai simile invece nel raccontare il rapporto fra prigionieri inglesi e soldati giapponesi, nonché la crudeltà della detenzione. La posta in gioco è la dignità umana, i temi sono il senso dell’onore, la fedeltà al proprio ruolo, l’orrore della guerra, il potere salvifico dell’amore. E la storia è raccontata in toni melodrammatici sottesi da una grande tensione morale e dotati di una forte capacità evocativa – della paura e dell’umiliazione – nella costruzione delle immagini di prigionia (MyMovies).
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The railway man – Genere: drammatico – Durata: 1h56 – Regia: Jonathan Teplizky – Cast: Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Irvine, Stellan Skarsgård, Sam Reid – Produzione: Australia, Gran Bretagna – Uscita: 11 settembre 2014