COLPA DELLE STELLE
IN BREVE – Qualità: ★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: cineamatori*, cinecuriosi*, cinepopcorn*
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Preparate i fazzoletti: amore e morte, interpretati da due interpreti molto naturali e coinvolgenti, attorniati purtroppo da qualche stereotipico personaggio di troppo.
LA TRAMA
Hazel Grace ha 17 anni e vari tumori disseminati fra la tiroide e i polmoni. Augustus Waters ha 18 anni e una gamba artificiale, dovuta ad un incontro ravvicinato con il cancro osseo. Il loro è un colpo di fulmine, e ciò che li accomuna, assai più che la malattia, è il modo di vedere, e affrontare, la vita: con un sarcasmo mai incattivito e una parlantina densa di vocaboli complessi e fortemente evocativi.
IL COMMENTO
Ciò che fa la differenza, nel best seller di John Green come nel film basato sul romanzo, è il “come raccontare una storia triste”: nel caso di Colpa delle stelle, attraverso le voci di Hazel e Augustus e il loro tono disincantato ma mai rassegnato fino in fondo. Il film, come il romanzo, sposa la loro visione del mondo, e fa innamorare gli spettatori dei due protagonisti rendendoli non oggetto di compassione (o di emulazione eroica) ma di empatia, e trattando la loro storia in modo non diverso da qualunque altro primo amore, ricco di quel respiro di assoluto e quell’idea di “per sempre” che li distingue da tutti quelli che li seguiranno (o no). Josh Boone mette in scena il romanzo di Green con estremo rispetto e in punta di piedi, senza commettere l’errore di alterare fatti o personaggi in funzione del passaggio al grande schermo e senza prendersi libertà autoriali (…). Colpa delle stelle cammina con grande cautela sul filo che separa il melodramma dalla commedia romantica, alterna in modo intelligente gravitas e umorismo, pathos e leggerezza. Soprattutto, riesce a non indulgere smaccatamente nei topos di quel nuovo genere filmico (e letterario) che è il teenager cancer romance, ovvero la storia d’amore fra teenager malati (non solo di cancro), nonostante sia ampiamente disegnato per farci consumare svariati pacchetti di kleenex. Il cinismo insito nella premessa di fare di una tragedia un veicolo commerciale è evitato soprattutto dall’interpretazione dei due attori protagonisti: Ansel Elgort è un Augustus appropriatamente impacciato e spaccone, e centra a perfezione quel sorriso di cui si parla per tutto il romanzo, a metà fra la seduzione e lo scherno. Shailene Woodley è di una dolcezza disarmante e di una sensibilità intelligente immediatamente intuibile attraverso il suo sguardo mobile e attento. Anche l’interazione fra i due attori appare spontanea e naturale, senza eccessive contraffazioni cinematografiche. E il casting di Willem Dafoe nei panni del cinico scrittore Peter Van Houten è un colpo maestro (nonostante la diversità fisica fra l’attore e il personaggio letterario): in poche scene, Dafoe aggiunge tutto il sottotesto doloroso che il romanzo impiega svariate pagine a comunicare. Peccato per la continua sottolineatura musicale a base di teen soft rock che appartiene più alle dramedy televisive che al grande schermo. Ma è un difetto da poco per un film che soddisferà i fan del best seller letterario, più gratificati dalla fedeltà ai loro “eroi di tutti i giorni” che manipolati dalla macchina hollywoodiana (MyMovies).
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The Fault in our stars – Genere: drammatico – Durata: 2h05 – Regia: Josh Boone – Interpreti: Shailene Woodley, Ansel Elgort, Laura Dern, Sam Trammell, Nat Wolff, Willem Defoe – Produzione: USA – Uscita: 4 settembre 2014