LE MERAVIGLIE
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*
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Un film documentario un po’ cinefilo, che lascia ampie tracce di verità, senza voler mai azzardare una morale.
LA TRAMA
Gelsomina è un’adolescente introversa che vive nella campagna umbra con i genitori e le sorelline. Primogenita tutelare e solerte nelle faccende familiari, Gelsomina è inquieta e vorrebbe andare via, scoprire il mondo che comincia dopo il suo casale. A trattenerla è un padre esclusivo e operaio, alla maniera delle sue api, che guarda a lei ancora come a una bambina. La loro routine, scandita dalle stagioni e dall’impollinazione delle api mellifere, è interrotta dalla presenza di una troupe televisiva e dall’arrivo di Martin, un ragazzino con precedenti penali che deve seguire un programma di reinserimento. L’esoticità di una conduttrice tv e di un adolescente senza parole impatteranno sulla vita di Gelsomina e della sua famiglia, promettendo ciascuno a suo modo ‘meraviglie’. L’estate intanto sta finendo e una nuova stagione è alle porte.
IL COMMENTO
Non siamo abituati a vedere film che non sembrano voler dimostrare nulla, ma solamente mostrare. Ed è questa la sensazione che si ha nel guardare “Le meraviglie”, un film documentario dal ritmo rallentato, caro ai Festival che ovviamente l’hanno premiato (Gran Prix alla 67ma edizione del Festival di Cannes). Una storia familiare, raccontata con uno sguardo profondo e sensibile, interpretata con grande naturalezza e intensità. Una storia sociale, che mette a confronto tradizione e modernità, chiusura ed apertura, educazione e libertà. Si rimane colpiti dal microcosmo contadino che resiste ai cambiamenti del mondo. E da un padre padrone capace di tenerezza, immolato alla fatica doveristica del suo lavoro, che prova a trasmettere alla figlia maggiore. Ha quattro figlie, una moglie ed una sorella, una cospicua forza lavoro di genere femminile che non soddisfa però i bisogni dell’isolato feudo di apicoltura (“ti servirebbe uno schiavo. Non quattro figlie”) che resiste agli attacchi del mondo esterno, una minaccia mortale, ai suoi occhi, capace di mettere a rischio la loro stessa sopravvivenza. Vivono in un isolamento fiero, trapassato, forse ottuso. Ma le sirene della civiltà non brillano ai suoi occhi: le alternative sembrano essere da un lato la cementificazione turistica, dall’altro la tv trash che adula e consuma un paese delle meraviglie locali, che per divenire vendibile a spettatori lobotomizzati necessità di nonne, cappelli e storie etrusche. Alice Rohrwacher si lascia prendere un po’ troppo dall’invettiva televisiva, satura di eccessi, ma conquista il pubblico (paziente) nel racconto delle relazioni familiari e delle ansie dell’adolescenza, grazie ad un gruppo di attori vero davvero. Il messaggio non passa, o semplicemente non c’è. Ma lo si può facilmente produrre, non tanto ragionando sulla sterile contrapposizione tra passato e futuro, quanto sulla dignità di qualunque scelta di vita, che ogni padre dovrebbe garantire liberamente ai propri figli, evitando di costruire muri per preservare la specie.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Le meraviglie – Genere: drammatico – Durata: 1h51 – Regia: Alice Rohrwacher – Cast: Maria alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Sabine Timoteo, Agnese Graziani – Produzione: Italia – Uscita: 22 maggio 2014