LOCKE
IN BREVE – Qualità: ★★★★ – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
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La sfida registica (vinta) di un film girato interamente nell’abitacolo di un auto.
LA TRAMA
Ivan Locke guida nella notte verso Londra. È un costruttore di edifici, ma questa notte si consuma la demolizione della sua vita. All’alba avrebbe dovuto presiedere alla più ingente colata di cemento di cui si sia mai dovuto occupare. Gli americani e i suoi capi hanno incaricato lui, perché per nove anni è stato un lavoratore impeccabile, il migliore: solido come il cemento, appunto. Ma la telefonata di una donna di nome Bethan riscrive l’esistenza di Locke. Prima di quella telefonata, e del viaggio che ha deciso di intraprendere di conseguenza, aveva un lavoro, una moglie, una casa. Ora, nulla sarà più come prima (MyMovies).
IL COMMENTO
La sfida era difficile: girare un film intero dentro all’abitacolo di un’auto senza annoiare lo spettatore. Il risultato? Un ottimo film che appassiona, fa riflettere e che dimostra come sia possibile fare cinema anche senza ricorrere a grandi produzioni o fantomatici effetti speciali. Solo 8 notti per girarlo, un solo attore e un lungo viaggio nelle relazioni umane. Elencato tra i film del genere thriller, non deve però ingannare lo spettatore che certo si appassionerà alla storia ma non troverà la suspense tipica della maggior parte dei thriller.
Davanti a Locke, che dura 85 minuti come il tempo del suo viaggio, si ha la sensazione di leggere un libro, dovendo immaginare tutto quanto non è raccontato dalle immagini, ma suggerito dalle ininterrotte conversazioni al telefono del protagonista. Un Tom Hardy molto intenso nello sguardo, misurato nelle reazioni, rassicurante nel tono di voce, rassegnato e consapevole della sua folle opzione morale. Ivan Locke avrebbe potuto tacere il suo tradimento, avrebbe potuto rimandare l’incontro con l’amante quasi sconosciuta, avrebbe potuto non partire per evitare di rischiare il suo stimato lavoro. Avrebbe potuto cercare il compromesso, scegliendo una delle molte morali su misura che a tutti sembrano più vicine al buonsenso. Eppure Ivan Locke sceglie la propria coerenza, a difesa di un bambino, di una donna e di una storia che lui stesso non vuole diventi simile alla sua, macchiata dall’abbandono del padre, l’unico personaggio (immaginario) al quale si rivolge con aggressivo disprezzo.
Nel film ogni personaggio esercita una morale assoluta, che non accetta debolezze o eccezioni: essere traditi significa essere cacciati di casa, essere assente ad un importante appuntamento lavorativo significa essere licenziato, non essere presente al parto di proprio figlio significa abbandonarlo. Nella morale assoluta, più volte ripetuta nel film, non esiste differenza tra sbagliare una volta o la vita intera. La differenza tra una volta o nessuna è come quella tra il bene e il male. Una volta, ti cambia la vita. Abituati al compromesso, non possiamo non essere tentati dal suggerire argomenti, giustificazioni, contrattazioni, mediazioni per contestare l’affermazione. Forse a ragione, o forse a torto. Lascio ad ognuno la propria libertà di pensiero. Certo è che Locke apre fertili domande sulla fragilità della vita e delle sue relazioni.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Locke – Genere: thriller – Durata: 1h25 – Regia: Steven Knight – Cast: Tom Hardy (Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Lawless, Inception) – Produzione: USA, Gran Bretagna – Uscita: 30 aprile 2014