IDA
Il mio voto 3

IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*   TWEET Che tu sia suora o laica, la vita è tristemente in bianco e nero. LA TRAMA La vicenda si svolge all’inizio degli anni ’60, nella grigia e soffocante Polonia dove vige stabilmente il regime comunista. Anna è una giovane novizia in attesa di diventare ..

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IDA

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IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*  


TWEET

Che tu sia suora o laica, la vita è tristemente in bianco e nero.


LA TRAMA

La vicenda si svolge all’inizio degli anni ’60, nella grigia e soffocante Polonia dove vige stabilmente il regime comunista. Anna è una giovane novizia in attesa di diventare suora a tutti gli effetti. Vive serenamente in un convento isolato dove, essendo orfana, è stata portata in tenerissima età, durante la II Guerra Mondiale. Poche settimane prima di prendere i voti, invitata insistentemente dalla Madre Superiora, si reca a Varsavia per incontrare la sua unica parente conosciuta, la zia Wanda, che, durante il passato, non si è mai messa in contatto con lei. Quando arriva nell’appartamento della zia, si trova di fronte una cinquantenne single, intellettuale elegante e disinvolta, ma visibilmente disillusa, al limite del cinismo (MyMovies). Passeranno insieme qualche giorno, cercando di scavare nel loro passato e di scoprire le circostanze della morte dei genitori di Ida, ma i loro destini non cambieranno.  


IL COMMENTO

Perdete ogni speranza voi che entrate (al cinema). Un’ora e venti che sembrano due e mezza. Formato 4:3. Bianco e nero. Dialoghi scarni, rumori di sottofondo, musica quasi inesistente, un morto, un sorriso. La morale del film? Che tu sia suora o laica, la vita è triste. No, un attimo. Sto esagerando. Ida è certamente uno di quei film in cui bisogna aver voglia di soffrire un po’, ma non è da buttare, anche se l’entusiasmo di molta critica intellettuale non mi pare giustificato. Lo stile narrativo è effettivamente molto essenziale e trascinato mentre i dialoghi e le vicende non favoriscono grande coinvolgimento. Ida non sembra essere suora per vocazione, ma per essersi trovata in un convento. Non sembra conoscere la parola felicità, affetto né avere esperienza della vita. Nemmeno Wanda, che invece della vita ha grande esperienza, vive serena. Le due storie si intrecciano senza riuscire a esprimere qualcosa di positivo. La tristezza regna sui volti pesanti delle due donne, tanto diverse nel temperamento, nelle storie e nello stile di vita, e tanto simili nel cercare rifugio, alla fine, nella morte o nella fede mortificante (è un mio punto di vista) del monastero. Grande poesia nelle immagini, valorizzate dal bianco e nero, che contribuisce a creare una profonda e silenziosa sofferenza, e immortalate da riprese con camera immobile, come le espressioni di queste due brave attrici, perse nel vuoto del silenzio. Un road movie senza road e senza movie, che sembra dare spazio solamente alle emozioni, trattenute, da scoprire nell’intimità degli occhi delle protagoniste. Fosse successo qualcosa di più del nulla, forse si sarebbe fatto amare di più.


SCHEDA ESSENZIALE

Titolo originale: Ida – Genere: drammatico – Durata: 1h20 – Regia: Pawel Pawlikowski – Cast: Agata Kulesza, Agata Trzebuchowska, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik, Adam Szyszkowski – Produzione: Polonia, Danimarca – Uscita: 13 marzo 2014

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