LEI
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
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Il futuro romantico affidato alle macchine. Una fantascienza che stimola rigetto e riflessioni profonde.
LA TRAMA
Theodore è impiegato di una compagnia che attraverso internet scrive lettere personali per conto di altri, un lavoro grottesco che esegue con grande abilità e a tratti con passione. Da quando si è lasciato con la ragazza che aveva sposato però non riesce a rifarsi una vita, pensa sempre a lei e si rifiuta di firmare le carte del divorzio. Quando una nuova generazione di sistemi operativi, animati da un’intelligenza artificiale sorprendentemente “umana”, arriva sul mercato, Theodore comincia a sviluppare con essa, che si chiama Samantha, una relazione complessa oltre ogni immaginazione (MyMovies)
IL COMMENTO
Immaginiamo il futuro delle chat. Quando la comunicazione virtuale non metterà più di fronte due essere umani, e i loro avatar, ma un essere umano e un computer. Una rivoluzione tecnologica fantascientifica ma nemmeno poi tanto. Esistono già assistenti virtuali, piccoli robot in grado di rispondere ai comandi e, soprattutto in grado di imparare. E la macchina che prova emozioni l’avevamo già consumata in Blade Runner, esplorando le grandi domande dell’esistenza. Qui però la fantascienza è molto più vicina alla realtà, e ha un sapore romantico. Al centro c’è la solitudine di Theodore, uomo ferito dall’amore, alla disperata ricerca di una relazione umana, profonda, felice, serena. Un amore che non arriva, confuso da distrazioni virtuali, chat erotiche, appuntamenti sgangherati e soffocato sul nascere da ferite esistenziali che sembrano aver leso per sempre la sua capacità di provare emozioni: “Mi sembra di aver provato tutti i sentimenti che si possono provare. Posso ormai provare solo una copia della felicità passata”. È per Theodore (un sempre straordinario Joaquin Phoenix) lo stallo, l’infelicità, la solitudine, l’appassire della speranza, nonostante egli abbia un vocabolario sentimentale e romantico da primato, messo al servizio delle relazioni degli altri. Ma, come succede nella vita, l’amore arriva quando meno te lo aspetti. E per Theodore arriva nelle sembianze di un sistema operativo, OS1 (che sia un progetto rivoluzionario di Steve Jobs J?), costruito attorno alla voce fresca e suadente di Scarlett Johansson, che aiuta anche noi ad innamoracene e a rendere la storia, dopo un po’, credibile e naturale. In fondo, ai giorni nostri, sono molti gli amori virtuali, mediati dalla tecnologia. Amori nei quali le persone mettono in gioco solo le parole, terrorizzati dalle prove della realtà, mentre imparano a coltivare un quasi amore, a distanza, con una coscienza amica e comprensiva, da accendere e spegnere insieme alle emozioni. Un trattato sociale o un incubo futuristico? Ma, alla fine, cosa c’è di più nobile dell’amore per una mente, un amore che rinuncia alla carne? E la mente non è, paradossalmente, una perfetta macchina creata da Dio papà e mamma natura? Una macchina che vive non è in fondo vita essa stessa? Paradossale lo è. Inquietante anche. E se certamente lo spettacolo (scomodo e un po’ ripetitivo) non piacerà a molti, non si può negare che Spike Jonze riesca a proporci una riflessione straordinaria, di grande valore umano e ontologico.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Her – Genere: commedia – Durata: 2h06 – Regia: Spike Jonze (Essere John Malkovich) – Cast: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson (la voce di Lei), Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde – Produzione: USA – Uscita: 13 marzo 2014