NON BUTTIAMOCI GIÙ
IN BREVE – Qualità: ★★ – Ritmo: OOOO – Pubblico: cinecuriosi*, cinepopcorn*
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Una commediola piacevole sul suicidio, tratta dal bestseller di Nick Hornby. Commediola britannica americanizzata.
LA TRAMA
Martin Sharp (Pierce Brosnan), ex presentatore televisivo macchiato dall’infamia di pedofilia, decide, nella notte di Capodanno, di farla finita. Raggiunge così la cima del grattacielo più alto di Londra per buttarsi ma, proprio in quegli istanti, viene interrotto da Maureen (“Non so come esprimermi. Ma…ha intenzione di tirarla per le lunghe?”), anch’essa decisa a suicidarsi. Al funesto appuntamento li raggiungeranno, uno dopo l’altro anche J.J. e Jesse, tutti accomunati dallo stesso fine. La grottesca coincidenza li spingerà a rimandare il suicidio a data da destinarsi ma, come si può ben immaginare, il finale sarà lieto, per non dire zuccheroso.
IL COMMENTO
Ci sono storie che, scritte su carta, sembrano geniali e straordinarie. Come questa, contenuta nel romanzo di Nick Hornby del 2005, un pezzo di letteratura comica da più parti lodato. Trasportato al cinema, esso ha perso molti dei motivi di interesse. Funziona infatti, “Buttiamoci giù”, nella misura in cui vuole intrattenere (con brio). Ci riesce soprattutto perché trascinato dai suoi brillanti interpreti (a dire il vero da un paio dei suoi protagonisti: la goffa Toni Collette, dallo sguardo umile e profondo, e l’esplosiva Imogen Poots, dall’incontenibile energia e simpatia. Aaron Paul e Pierce Brosnan esibiscono più che altro la loro prorompente ingessatura espressiva). Nell’ascoltare il racconto dei personaggi, costruito su quattro capitoli separati ma fortemente comunicanti, si segue la narrazione con una certa curiosità verso il mistero che accompagna le quattro storie di disperazione, spinti a scoprire le vere cause che hanno portato gli aspiranti suicidi a cercare di porre fine al proprio dolore. La trama, scorrevole e brillante, non offre però alcuno spunto rilevante, nonostante incroci tema importanti come quello del suicidio, della depressione, della solitudine, della famiglia, dell’autostima, delle difficoltà della vita. Tutto il film è la storia retorica della rinascita che ogni personaggio porta a compimento, scavando nella propria vita, con l’aiuto quasi inconsapevole di nuovi amici dal comune sentire. Le cose succedono, tra una banalità e l’altra, tra una battuta e l’altra, per costruire un sincero inno alla vita, a partire dalla morte scampata. Se, come si legge dalle parole di Jack Torne, sceneggiatore del film, l’obiettivo era quello di realizzare “una commedia drammatica sul suicidio”, credo che non sia stato raggiunto, poiché in ogni istante il dramma sembra essere un semplice dettaglio, sacrificato al sorriso e alla miracolistica soluzione di ogni conflitto che purtroppo accompagna, quasi per necessità, la grande maggioranza delle commedie.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: A long way down – Genere: commedia – Durata: 1h36 – Regia: Pascal Chaumeil – Cast: Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul, Imogen Poots, Rosamund Pike – Produzione: Gran Bretagna – Uscita: 20 marzo 2014