IN GRAZIA DI DIO
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
TWEET
Un lento affresco neorealista, in lingua pugliese, di una famiglia tradizionale in tempo di crisi.
LA TRAMA
Con i cinesi non c’è concorrenza. Così una famiglia di fasonisti (i sarti che confezionano abiti per le aziende del Nord) è costretta a chiudere la propria fabbrica di fronte ai debiti e alla bancarotta. Mentre l’unico fratello della famiglia decide di cambiare paese, le altre due sorelle scelgono di tornare dalla madre in campagna. La prima per inseguire le sue aspirazioni d’attrice, la seconda, che prima si occupava della fabbrica e che deve mantenere un’apatica figlia adolescente, per non soccombere sotto il peso dei debiti, comincia a lavorare i terreni di famiglia. Oltre alla crisi e alle difficoltà quotidiane, sarà l’occasione per costruire una nuova vita e una nuova scommessa di felicità.
IL COMMENTO
Con questo film, sembra di tornare al passato. Un’opera dal taglio neorealista, che racconta storie di cambiamento e immobilità, in una famiglia tradizionale pugliese alle prese con la crisi economica, la concorrenza cinese e l’evoluzione delle relazioni tra generazioni. Il mondo cambia e nessuno riesce a controllarlo. E in mezzo allo spaesamento e alle difficoltà della vita le donne protagoniste del film si inventano un quotidiano. Le relazioni non sono facili. Mentre la stabilità appartiene al passato, e alla figura più equilibrata della nonna, la conflittualità invade le altre generazioni a confronto. Al centro della scena c’è Adele, figlia adulta che disprezza il presente e chiunque gli gira intorno: la sorella inconcludente dalla circonferenza abbondante, che sogna un improbabile futuro d’attrice; la figlia scarsamente intelligente, figlia dei suoi tempi e del vuoto contemporaneo; l’uomo che non ha mai immaginato, che compare timidamente e inaspettatamente nella sua vita senza offrire l’amore di cui ha bisogno. Ognuno di essi è causa di conflitto continuo, estenuante, gridato. Non c’è scena in cui Adele non vomita sprezzante aggressività nei confronti di chi le ricorda che, in fondo, avrebbe potuto essere figlia, mamma, sorella e donna migliore. In questo affresco di famiglia tradizionale colpisce la normalità dell’insulto, eretto a unico codice espressivo di distanza e al tempo stesso di vicinanza: si urla molto ma, in fondo, ci si vuole bene. Di fronte alla tempesta del cambiamento, che soffia al di fuori della casa, è pur sempre la famiglia l’ancora di salvezza, quella sicurezza che permette di immaginare il domani. Un bel film, dal ritmo lento e trascinato, che racconta una porzione di reale, attraverso attori non professionisti ma credibili, dialoghi in lingua “straniera” (l’anteprima per la stampa era in pugliese, con sottotitoli in inglese, che aiutavano parecchio…), e storie di molta Italia contemporanea. Un film sulla sopravvivenza, che stimola una grande quantità di riflessioni umane, sociali, politiche, pur senza ostentare pretese educative. E per questo vale ancora di più.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: In grazia di Dio – Genere: drammatico – Durata: 2h07 – Regia: Edoardo Winspeare – Cast: Celeste Casciaro, Laura Licchetta, Barbara DeMatteis – Produzione: Italia – Uscita: 28 marzo 2014