DALLAS BUYERS CLUB
IN BREVE – Qualità – ★★★(★) – Ritmo – OOO – Pubblico – cinefili*, cineamatori*, cinecuriosi*
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Un ritorno ai drammatici anni ’80 dell’aids, che pone in primo piano il calvario farmacologico di un malato dichiarato morto.
LA TRAMA
Ron Woodroof vive come se non ci fosse un domani, non credendo alla medicina ma professando solo la religione della droga e dell’alcol. La scoperta di non avere realmente un domani a causa della contrazione del virus HIV apre un calvario di medicinali poco testati e molto inefficaci, fino all’estrema soluzione di sconfinare in Messico alla ricerca di cure alternative. Lì verrà a conoscenza dell’esistenza di farmaci e cure più efficaci, ma non approvate negli Stati Uniti, che deciderà di cominciare ad importare e vendere a tutti coloro i quali ne abbiano bisogno, iniziando un braccio di ferro legale con il proprio paese. (MyMovies)
IL COMMENTO
Se un film si valuta dall’interpretazione degli attori (Mattew McConaughey e Jared Leto), siamo di fronte ad un piccolo capolavoro contemporaneo. In modo particolare il primo, recentemente promosso nel ruolo di virtuoso protagonista drammatico, in Dallas Buyers Club riesce a dimagrire fino a sparire e a mettere in scena, con la potenza espressiva del suo corpo divenuto filiforme e del suo viso scavato, l’aggressività di una malattia che, negli anni ’80, si prendeva la vita in poco tempo. 30 giorni quelli a lui diagnosticati, diventati 7 anni, nella vera storia di Ron Woodroof. Un personaggio che non è facile amare. Un pessimo esempio di vita, di moralità, di umanità. Grande frequentatore di donne, a proprio uso e consumo, drogato e mezzo alcolizzato, dopo la diagnosi infausta Ron reagisce incrementando i suoi vizi, fino a quando il suo corpo necessariamente non gli si rivolterà contro. E’ in questo momento che, in un qualunque film, il protagonista avrebbe imboccato la strada del pentimento, della catarsi individuale e collettiva, della riabilitazione esistenziale. Ma Ron insiste, trasformando la sua personale sfida per la sopravvivenza in un’occasione di arricchimento, mostrandosi sensibile al denaro molto più che alla debolezza umana. Fedele all’omofobia, all’eccesso e all’illegalità morirà portando con sé qualche tratto, seppur recessivo, tipico dell’eroe. Finirà così riabilitato. Per aver lottato e creduto fortemente nella vita. Per avere imparato ad accettare i disprezzabili gay, arrivando perfino a difenderli o a sopportarne un contagioso abbraccio. Per aver combattuto contro l’America degli interessi farmaceutici che ha somministrato in quantità industriale dosi tossiche di Azt, in un’epoca di sperimentazione sugli uomini. Oggi, anche se i dubbi sui farmaci sono all’ordine del giorno (si pensi alle cure palliative del metodo Stamina) l’aids ha smesso di uccidere. Anche se, nel grande silenzio dei media, continua a sopravvivere. Un film che, con merito, riporta l’attenzione sul tema, diversi anni dopo Philadelphia. Raccontando, in modo scomodo e ripugnante, una storia di vita e di morte, che in fondo in fondo, scopriamo essere un pezzo importante (e reale) dei nostri giorni.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Dallas Buyers Club – Genere: drammatico – Durata: 1h57 – Regia: Jean-Marc Vallée (C.R.A.Z.Y.) – Cast: Mattew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner, Denis O’Hare, Steve Zahn – Produzione: USA – Uscita: 30 gennaio 2014