ROOM
TWEETFilm straordinario, visto dagli occhi di un bambino nato e vissuto nella prigione di una stanza.
LA TRAMA
Jack ha 5 anni. La sua vita è trascorsa, fin dalla nascita, all’interno di una piccola stanza senza finestre di 3 metri per tre nella quale è stato rinchiuso, insieme a sua madre, rapita sette anni prima quando aveva diciassette anni e tenuta in cattività. Jack è cresciuto tra le quattro mura, imparando a gioire dei pochi oggetti presenti a cui ha dato un nome proprio: Lampada, Lavandino, Cucchiaio fuso, Lucernario. A collegarli al mondo esterno solo la televisione, finzione bidimensionale a cui non corrisponde alcuna realtà. Mentre Jack vive sereno nell’unica esistenza che conosce, Ma’ sopravvive a fatica, schiava di Old Nick, malvagio carceriere che la usa per il suo piacere, lacerata dal passato e dalla sua impossibilità di regalare al figlio la libertà. Meditando una fuga che ponga fine alla sofferenza.
IL COMMENTO
Lenny Abrahamsson è insolito regista, autore di alcune commedie fortunate in terra irlandese e pressoché sconosciuto in Italia. Con Room realizza un piccolo capolavoro di grande forza emotiva. A cavallo tra thriller e dramma psicologico ed esistenziale, il film ci porta all’altezza del piccolo Jack, raccontandoci la sua struggente e “meravigliosa” infanzia. Con la semplicità e la fantasia di un bambino, Jack impara ad adattarsi a quello che ha, perché mai ha conosciuto qualcosa di diverso. La giornata è scandita dal ritmo essenziale della vita: si mangia, si gioca, si dorme, in stretta simbiosi con Ma’, l’universo affettivo del piccolo Jack, grande protagonista della sua assurda felicità. Jack, interpretato con radiosa tenerezza e semplicità dal piccolo Jacob Tremblay, sembra non aver bisogno di nulla, se non del calore di sua madre, facendosi bastare l’essenziale, che per lui è la vita intera. A questa profonda provocazione esistenziale, che ci interroga magnificamente, e forse senza nemmeno volerlo, sul superfluo, si sovrappone il ruolo simbolico della tv, l’unico strumento di connessione con la realtà, racconto mediato dell’irrealtà. La tv è finzione assoluta per Jack e, paradossalmente, l’unico appiglio alla realtà, che lui stesso non riconosce come tale.
SCHEDA ESSENZIALE