ROOM
Il mio voto 4

IN BREVE: Qualità: ★★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: per molti (cinefili, cineamatori, cinecuriosi) – Affinità: femminile/maschile TWEETFilm straordinario, visto dagli occhi di un bambino nato e vissuto nella prigione di una stanza. LA TRAMA Jack ha 5 anni. La sua vita è trascorsa, fin dalla nascita, all’interno di una piccola stanza senza finestre di 3 metri per tre nella quale è ..

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ROOM

2016_14_Room locandina

IN BREVE: Qualità: ★★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: per molti (cinefili, cineamatori, cinecuriosi) – Affinità: femminile/maschile

TWEETFilm straordinario, visto dagli occhi di un bambino nato e vissuto nella prigione di una stanza.


LA TRAMA

Jack ha 5 anni. La sua vita è trascorsa, fin dalla nascita, all’interno di una piccola stanza senza finestre di 3 metri per tre nella quale è stato rinchiuso, insieme a sua madre, rapita sette anni prima quando aveva diciassette anni e tenuta in cattività. Jack è cresciuto tra le quattro mura, imparando a gioire dei pochi oggetti presenti a cui ha dato un nome proprio: Lampada, Lavandino, Cucchiaio fuso, Lucernario. A collegarli al mondo esterno solo la televisione, finzione bidimensionale a cui non corrisponde alcuna realtà. Mentre Jack vive sereno nell’unica esistenza che conosce, Ma’ sopravvive a fatica, schiava di Old Nick, malvagio carceriere che la usa per il suo piacere, lacerata dal passato e dalla sua impossibilità di regalare al figlio la libertà. Meditando una fuga che ponga fine alla sofferenza.


IL COMMENTO

Lenny Abrahamsson è insolito regista, autore di alcune commedie fortunate in terra irlandese e pressoché sconosciuto in Italia. Con Room realizza un piccolo capolavoro di grande forza emotiva. A cavallo tra thriller e dramma psicologico ed esistenziale, il film ci porta all’altezza del piccolo Jack, raccontandoci la sua struggente e “meravigliosa” infanzia. Con la semplicità e la fantasia di un bambino, Jack impara ad adattarsi a quello che ha, perché mai ha conosciuto qualcosa di diverso. La giornata è scandita dal ritmo essenziale della vita: si mangia, si gioca, si dorme, in stretta simbiosi con Ma’, l’universo affettivo del piccolo Jack, grande protagonista della sua assurda felicità. Jack, interpretato con radiosa tenerezza e semplicità dal piccolo Jacob Tremblay, sembra non aver bisogno di nulla, se non del calore di sua madre, facendosi bastare l’essenziale, che per lui è la vita intera. A questa profonda provocazione esistenziale, che ci interroga magnificamente, e forse senza nemmeno volerlo, sul superfluo, si sovrappone il ruolo simbolico della tv, l’unico strumento di connessione con la realtà, racconto mediato dell’irrealtà. La tv è finzione assoluta per Jack e, paradossalmente, l’unico appiglio alla realtà, che lui stesso non riconosce come tale.

Ad interrompere questo esclusivo ed infinito amore familiare è la triste figura di Old Jack, l’orco “paterno” che non cerca contatto, se non con la madre. È lui che irrompe puntualmente nella stanza, portando cibo e disturbante piacere carnale, mentre Jack è costretto nell’armadio, difeso dalla brutale e rassegnata violenza che si consuma ogni giorno.
Oltre metà del film subisce la claustrofobia della Stanza, stimolando passione, partecipazione, tenerezza ma anche rabbia, paura e tensione, offrendo allo spettatore un insolito e appassionante thriller dei sentimenti. Dopo profondi momenti di paura e commozione, quando il film potrebbe anche finire, esso si trasforma in un racconto sociale di rieducazione, nel quale la vita vera sembra  luccicare molto meno del lurido ma rassicurante tepore della Stanza. Un film da vedere e da premiare.

SCHEDA ESSENZIALE

Titolo originale: Room – Genere: drammatico – Durata: 1h58 – Regia: Lenny Abrahamson (Frank) – Cast: Brie Larson, Megan Park, William H. Macy, Jacob Tremblay, Joan Allen – Produzione: Irlanda – Uscita: 3 marzo 2016
 

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