MACBETH
IN BREVE – Qualità: ★★★(★) – Ritmo: OO – Pubblico: per pochi (cinefili, cineamatori, cinecuriosi) – Affinità: maschile/femminile
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Spettacolo e recitazione. Cinema e teatro. Una versione in versi del capolavoro shakespeariano.
LA TRAMA
Macbeth, valoroso condottiero, cede alla propria sete di potere per seguire la profezia che lo ha indicato come il futuro re di Scozia, fomentato dalla moglie la cui ambizione è assai più intensa e frustrata della propria. L’ascesa al trono di Macbeth prevede l’eliminazione fisica del reggente in carica, e sarà seguita da una serie di delitti sempre più efferati, poichè l’uomo, divorato da dubbi e paure, vede ostacoli in chiunque. E Lady Macbeth si renderà conto di aver creato un mostro che non può più controllare (MyMovies).
IL COMMENTO
Un film che si divide tra cinema e teatro, senza trovarne una sintesi perfetta.
Da subito i dialoghi frammentano e complicano la visione. Pur restituendo fedelmente lo spirito e la forma dell’originale la prosa arcaica obbliga lo spettatore a concentrarsi sull’interpretazione e sulla comprensione dei contenuti, distogliendo l’attenzione dai personaggi e dai loro sbalzi emotivi. I versi trasformano la verità cinematografica in finzione teatrale, perdendo in parte la capacità di emozionare. Ma Fassbender e Cotillard sono due mostri, e nonostante tutto, i loro visi si scavano di brama, dubbi, paure, lacrime aprendo con violenza i cassetti della memoria scolastica.
Nelle due ore di film si alternano le grida di violenza ai verbi sussurrati che vagano tra rimorsi e ambizioni.
Mentre la storia sembra seguire il ritmo teatrale, con una surreale divisione in atti cinematografici, le immagini caricano di stupore i paesaggi di Scozia, che suscitano ardori esistenziali. Tra lande desolate e solitarie, foreste popolate di guerrieri e ampie vedute di corte, scivolano gli eserciti del bene e del male, in sfida per trovare le vie della profezia cantata da quattro giovani donne inquietanti e misteriose.
Visioni cromatiche segnano il ritmo del film e accentuano lo spettacolo che lascia intravedere una spiccata personalità visiva che restituisce senso ad un’opera forse fin troppo conservativa ma che offre un’occasione in più per apprezzare un classico della letteratura inglese sui temi del potere, dell’avidità, dell’odio.
Se il grosso del lavoro lo fa semplicemente Shakespeare, Kurzel ci mette del suo, senza sfigurare rispetto a illustri registi del passato, come Orson Welles e Roman Polanski, con cui non ha molto senso confrontarsi.
Benvenuto quindi a questo Macbeth, che ci ricorda senza tempo le profonde insidie del male. E bentornati a Michael Fassbender, attore tra i più intensi e prolifici dei nostri giorni (da non perdere i due cult del passato “Hunger” e “Shame” e la sua versione, a breve in uscita, di Steve Jobs) e a Marion Cotillard, che regala allo spettatore una delle scene più intense del film, con gli occhi di brace dispersi nei nostri.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Macbeth – Genere: drammatico – Durata: 1h53 – Regia: Justin Kurzel – Cast: Michael Fassbender, Jack Reynor, Marion Cotillard, David Thewlis, Elizabeth Debicki – Produzione: Gran Bretagna – Uscita: 5 gennaio 2015