IL PONTE DELLE SPIE
IN BREVE : Qualità: ★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: per tutti (cinefili, cineamatori, cinecuriosi, cinepopcorn, cinefamiglie) – Affinità: maschile/femminile
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Il grande cinema di Spielberg, classico fin troppo classico, per dare fiato alla mitologia americana di sempre.
LA TRAMA
Brooklyn, 1957. Rudolf Abel, pittore di ritratti e di paesaggi, viene arrestato con l’accusa di essere una spia sovietica. La democrazia impone che venga processato, nonostante il regime di guerra fredda ne faccia un nemico certo e terribile. Dovrà essere un processo breve, per ribadire i principi costituzionali americani, e la scelta dell’avvocato cade su James B. Donovan, che fino a quel momento si è occupato di assicurazioni. Mentre Donovan prende sul serio la difesa di Abel, attirandosi l’incomprensione se non il disprezzo di sua moglie, del giudice e dell’opinione pubblica intera, un aereo spia americano viene abbattuto dai sovietici e il tenente Francis Gary Powers viene fatto prigioniero in Russia. Si profila la possibilità di uno scambio e la CIA incarica Donovan stesso di gestire il delicatissimo negoziato (MyMovies).
IL COMMENTO
È uno “Spielberg”. Doc. Come sempre, piacerà, unendo magicamente il parere di critica e pubblico. Il ponte delle Spie è un grande classico, con al centro Tom Hanks, attore ecumenico. Insieme a Spielberg, una coppia di eroi hollywoodiani, interpreti del cinema educativo e patriottico. E infatti appare subito chiaro, in questo rassicurante film storico, o meglio ispirato ad una storia vera, l’intento oltre misura educativo, che piazza buoni e cattivi al loro posto, senza bisogno di cartellini identificativi.
Ci sono i buoni. Gli americani. E i cattivi, i russi mangiabambini e i tedeschi dell’Est. Ci sono gli avvocati d’ufficio, i giudici corrotti, gli uomini dei pregiudizi, i maccartisti. E c’è James Donovan (Tom Hanks), uomo d’un pezzo, che crede nella libertà, nella giustizia, nella famiglia, nella legge, nella Costituzione, nella civiltà, nell’America. Quel paese delle Meraviglie hollywoodiane che premia sempre la verità ed esalta l’eroe che si nasconde in ognuno di noi. Troppo dimostrativo, monolitico, quasi fuori dai tempi, che chiederebbero oggi sempre di più uno sguardo complesso, per leggere la realtà nella quale viviamo.
Per questo il mio giudizio sul film è tiepido. Certo a Natale ci fa piacere sapere che viviamo ancora in un mondo di cowboy che ci fa sognare. Ma, ed uso per l’occasione una colta citazione, ”oltre alle gambe c’è di più”. J
In questo scenario semplificato, Spielberg inoltre dimentica totalmente i molti personaggi, per concentrarsi sull’unico protagonista, il buon Tom, poco credibile nella sua trasformazione da onesto uomo e probo avvocato, a strategico demiurgo dell’ordine mondiale, negli anni fragili della Guerra fredda. Uomo valoroso che centra magicamente l’obiettivo con un carisma leggero, ironico, improbabile, risparmiando all’umanità il buio di una terrificante guerra nucleare, che non fu.
Detto questo, il thriller regge, dopo un primo tempo un po’ lento e in tribunale, mentre lo spettatore fa il tifo con passione, incantato davanti a due ore di immagini straordinarie che raccontano gli anni ’50 con un magico gioco di luci e ombre, a mio avviso il vero motivo per vedere il film.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Bridge od Spies – Genere: thriller – Durata: 2h20 – Regia: Steven Spielber – Cast: tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Sebastian Koch, Alan Alda – Produzione: USA – Uscita: 16 dicembre 2015