LA TEORIA DEL TUTTO
IN BREVE – Qualità: ★★★ – Ritmo: OOO – Pubblico: per “tutti” (cinefili, cineamatori, cinecuriosi)
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Una biografia da Oscar per un film commuovente, pensato per piacere.
LA TRAMA
Università di Cambridge, 1963. Stephen è un promettente laureando in Fisica appassionato di cosmologia, “la religione per atei intelligenti”. Jane studia Lettere con specializzazione in Francese e Spagnolo. Si incontrano ad una festa scolastica ed è colpo di fulmine, nonché l’inizio di una storia d’amore destinata a durare nel tempo, ma anche a cambiare col tempo. Del resto il tempo è l’argomento preferito di Stephen, che di cognome fa Hawking, e lascerà il segno nella storia della scienza. In particolare, l’uomo persegue l’obiettivo scientifico di spiegare il mondo, arrivando ad elaborare la formula matematica che dia un senso complessivo a tutte le forze dell’universo: quella “teoria del tutto” che dà il titolo al film (MYMovies).
IL COMMENTO
Una storia vera “da Oscar”, che sembra pensata per scaldare i cuori dell’Accademy, per racimolare qualche candidatura e, perché no, qualche statuetta. Se la merita solo Eddye Redmayne (che interpreta Stephen Hawking), che offre una prova davvero intensa, trasformando ogni parte del suo corpo per rappresentare l’avanzare della malattia che lo costringerà su una sedia a rotelle per tutta la vita. Redmayne cambia la forma del suo viso, la postura del corpo, i movimenti di braccia e gambe con grande abilità espressiva, mantenendo inalterato lo sguardo, vivo, positivo, ricco di amore e speranza.
Stephen è un piccolo genio, con alcuni tratti da nerd, un’intelligenza vivace, una timidezza gentile e una passione straordinaria per lo studio.
In breve scopre l’amore e la malattia, con una diagnosi che gli lascia poco da sperare. E così, in pochi mesi, viviamo la dolorosa sconfitta del corpo che perde giorno dopo giorno la possibilità di accompagnare la volontà di un uomo coraggioso, emblema dell’amore per la vita e per la scienza. Accanto a lui Jane (Felicity Jones), una donna altrettanto coraggiosa, aggrappata ad un amore sincero e fedele, anch’essa meritevole di lode per la sua interpretazione.
Un amore struggente e perfetto, per una coppia perfetta, che supera le atroci difficoltà con il sorriso sulle labbra.
Il film è tratto dalla biografia “Travelling to Infinity: my life with Stephen”, scritta proprio da Jane Hawking. Verità o romanzo?
L’impressione è che i fatti siano abbelliti, il brutto depurato, l’eroe santificato, in modo da rendere la malattia degenerativa un calvario commuovente ed educativo, pronto per essere digerito.
Tutto sommato un buon film, con poche eccellenze e molto mestiere, che ha il merito di aver raccontato la storia impossibile di Hawking, fisico, astrofisico, cosmologo e matematico, certamente uno tra i più importanti e noti scienziati contemporanei. Ancora vivo, grazie alla scienza e nonostante la scienza, cinquant’anni dopo e milioni di libri venduti dopo.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The Theory of Everything – Genere: biografico – Durata: 2h03 – Regia: James Marsh – Cast: Eddye Redmayne (Marilyn), Felicity Jones, Charlie Cox, Emily Watson, Simon McBurney – Produzione: Gran Bretagna – Uscita: 15 gennaio 2015