L’UOMO PER BENE. LE LETTERE SEGRETE DI HEINRICH HIMMLER.
IN BREVE – Qualità: ★★★★ – Ritmo: OO – Pubblico: per “pochi” (cinefili, cineamatori)
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Un memorabile docufilm sugli orrori del nazismo, raccontato attraverso le parole che lo stesso protagonista Himmler scrisse nelle sue lettere private.
LA TRAMA
Dal 1900 al 1945. 45 anni di documenti, raccolti con certosina scientificità, che raccontano la vita di Henirich Himmler, genio del male al servizio di Adolf Hitler, tra i maggiori responsabili della parabola dell’orrore che portò alla morte di milioni di ebrei. Attraverso centinaia di lettere private, documenti, diari e fotografie scorriamo in 90 minuti densi di contenuti, le sue origini ariane, la sua famiglia d’origine, i suoi rapporti con la moglie, la figlia, il figlio adottivo, i genitori, l’amante e alcuni suoi “colleghi”. Seguiamo l’evolversi degli eventi tragici, dall’affermazione di Hitler, allo scoppio della seconda guerra mondiale, dalla deportazione degli ebrei fino alla soluzione finale e la fine della guerra. Una brillante carriera come Comandante della Polizia, delle forze di sicurezza e Ministro dell’Interno, tra le “fatiche” della famiglia e del lavoro.
IL COMMENTO
L’uomo per bene è un film prezioso. Creato da Vanessa Lapa, regista belga di origini ebree, attraverso uno studio scientifico, faticoso e instancabile, durato 8 anni, il film porta alla luce l’intimo pensiero di Heinrich Himmler, che emerge senza filtri e con straordinaria genuinità, dalle lettere private del padre, marito e comandante nazista. Scopriamo così gli affetti di un padre attento, di un marito premuroso, e di un amante sdolcinato. Scopriamo le sue tenere attenzioni verso la famiglia, i nomignoli che utilizzava rivolgendosi ai propri cari e la sua fatica per il lavoro che “lo impegnava molto”. L’uomo per bene finisce qui, nel comportamento naturale nelle relazione d’affetto. Dietro a questa umanità “per bene” si rivela il mostruoso pensiero che lo animava, fin dalla giovinezza. Un pensiero che stride, sconvolge, confonde. E che si accompagna con la normalità.
Fin da giovane, Himmler esprime preoccupazione per la modernità, per le donne che non vogliono più essere madri, per i giovani privi di disciplina. In Università si schiera con il Circolo nazionalista, e comincia a vaneggiare sul primato della razza nordica, geneticamente pura. Parlando del mondo, non può che constatare come gli umani siano destinati ad essere in conflitto con i sub-umani, all’apparenza uguali agli umani, ma di fatto inferiori agli animali. Una mente sana e al tempo follemente malata. Ciò che sconvolge è come l’ideologia nazista non sembri frutto di un “dolore psichico” quanto piuttosto di una ragionevole (dal suo punto di vista) riflessione di vita, espressione di un’educazione tradizionalista, coerente, disciplinata, e di un sentire quasi comune. Che diviene prima cultura pubblica, e poi fede. E attorno al male assoluto, la famiglia si preoccupa più che altro per il troppo lavoro, per la lontananza, o si permette di raccontare con entusiasmo la vivace visita al campo di Dachau, tra orti, colorati dipinti dei detenuti e grandi abbuffate.
Non si può fare a meno di riflettere sulle origini del male e di lasciare spazio al dubbio, ogni volta che assistiamo alla difesa del vero assoluto (che sia una religione, un ideale, un concetto) o alla santificazione pubblica dell’eroe (che apre la strada al consenso degenerativo). Alcuni eventi contemporanei (le manifestazioni per Charlie, i convegni sulla famiglia o il riscatto per le volontarie in Siria) sono il primo banco di prova. Le verità assolute non sono poi così lontane nel tempo.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The decent one – Genere: documentario – Durata: 1h30 – Regia: Vanessa Lupa – Produzione: Israele – Uscita: 27 e 28 gennaio 2015