IL DON GIOVANNI
IN BREVE – di e con Filippo Timi – Teatro Franco Parenti, Milano – fino al 27 marzo 2013
Voto: ★★★(★)
Pubblico: curiosi, tutti
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Uno spettacolone di tre ore, strabordante di inventiva e creatività.
LO SPETTACOLO
Lo ammetto. Tre ore sono un po’ tantine. Lo spettacolo poteva durarne due, o qualcosa di più. La storia si poteva condensare e si sarebbe trovata forse una sintesi migliore, più fruibile. Ma lo spettacolo ha qualcosa di straordinario, nella sua follia rappresentativa. Filippo Timi è il grande demiurgo della serata. Autore narciso e assoluto protagonista, il suo Don Giovanni non è nulla di quanto mai visto. Di classico vi è l’uomo e il suo rapporto d’uso con la donna: quella ricca, sedotta e abbandonata, quella ferita, ingannata e abbandonata, quella umile, illusa e abbandonata. Di diverso vi è tutto il resto. Dalle scene (a volte imponenti, a volte essenziali ma sempre esteticamente perfette), ai costumi (spiazzanti, colorati, folli, ambigui, eccessivi), dall’uso della musica e dei video (classica, contemporanea, cinematografica, a volte supportata da contributi video presi direttamente dal web), all’intero cast di attori (tra uomini deplorevoli, donne ingenue, disperate e isteriche e servitori effemminati in sembianze da satiri). Don Giovanni fin dall’inizio trova il contatto con il pubblico, cercando prede femminili tra le poltroncine in sala, desidera e si fa desiderare, ama e si fa amare mentre tesse la tela del fascino e della stravaganza. Don Giovanni si veste di mantelli fatti di fiori, di parrucche, di abiti femminili. Le sue prede diventano la materia dei suoi sogni realizzati. E quando è chiamato alla resa dei conti, nell’inferno dei lussuriosi, Don Giovanni esalta il suo paradiso, in cui dio dovrebbe essere il figlio dell’uomo e della sua carnalità. Il Don Giovanni non è più teatro ma quasi un’opera lirica, in cui la storia è dominata dalla spettacolarizzazione dei contenuti. Il kitch diviene la cifra stilistica e, per chi vede Timi per la prima volta, la sua follia appare geniale, futuristica e innovativa. Un teatro vivo, vivace, comunicativo e divertente. E se alla lunga l’effetto sorprendente si attenua, lo spettacolo lascia comunque un segno indelebile.