PIERO FORNASETTI. 100 ANNI DI FOLLIA PRATICA
IN BREVE – Triennale, Milano – fino al 9 febbraio 2014
Voto: ★★★
Pubblico: grafici, appassionati d’arte, frequentatori di mercatini, curiosi.
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Eleganza del segno e irrefrenabile dinamismo che prendono corpo in una galleria di oggetti, decorazioni, scenari da lasciare a bocca aperta. Un vortice di stimoli che lasciano lo spettatore sospeso tra la magia dell’immaginazione e la polverosità dei mercatini vintage del novecento.
LA MOSTRA
Più di 700 opere in mostra alla Triennale, dal 13 novembre al 9 febbraio: così Milano rende omaggio a uno dei suoi “figli” più geniali nel centenario della nascita. “Piero Fornasetti – cento anni di follia pratica” è la prima grande mostra dedicata all’artista. Genio a tutto tondo, Fornasetti fu pittore, scultore, decoratore di interni e designer, ma anche stampatore e creatore di circa 13.000 tra oggetti e decorazioni. E ancora, in virtù della sua passione per il collezionismo, fu anche gallerista e ideatore di mostre. Noto per la sua “fantasia sfrenata” mai disgiunta dal rigore, a colpire più di tutto è la sua capacità di concretizzare in oggetti quotidiani le sue visioni: come il vassoio dove i motivi geometrici si alternano a frutti o il piatto dominato da un grande pesce rosso. Non è casuale la decisione di ripercorrere tutta questa sua produzione in Triennale, il luogo meneghino per eccellenza dedicato al design, dal momento che l’attività dell’artista milanese è considerata fondamentale proprio per il design industriale. Non solo, esattamente ottant’anni fa si avviava il rapporto tra Fornasetti, appena ventenne, e la Triennale dell’Arte (che proprio nel 1933 si spostò nella sede attuale), con un’esposizione di suoi foulard in seta stampata. Ed è proprio dagli esordi pittorici dell’artista che inizia il percorso della mostra, inaugurata il 13 novembre, per proseguire con le stampe di libri d’arte e la collaborazione con Giò Ponti: il primo incontro fra i due risale al 1940 e, dopo quel momento, Giò Ponti avrebbe affidato a Fornasetti diverse commissioni, come i lunari e alcuni motivi per ceramiche. L’esposizione prosegue poi con gli anni più difficili, dopo il 1970, quando il razionalismo nel design fece perdere interesse nella sua figura, salvo poi riscoprire i suoi lavori, verso la metà degli anni Ottanta (ma morì nel 1988 a 55 anni), grazie anche all’apertura di un negozio londinese che lo rilanciò nella scena internazionale. Quasi tutti i 700 pezzi in mostra alla Triennale provengono dall’archivio curato dal figlio Barnaba, che è anche curatore della mostra (Teresa Potenza).