HITCHCOCK
IN BREVE – Palazzo Reale, Milano – fino al 22 settembre 2013
Voto: ★★(★)
Pubblico: appassionati di cinema
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Un’immersione da brividi nel mondo di Hitchcock. Una mostra “da salotto” più che da passeggio.
LA MOSTRA
Distinguere la passione per uno dei più grandi geni del cinema, dalla mostra a lui dedicata non è facile. Fin dall’inizio si è proiettati nelle sue pellicole indimenticabili. Veri e propri capolavori che hanno ispirato, cambiato, sconvolto il cinema che è seguito. Difficile non emozionarsi, riguardando alcune scene del suo cinema visionario, ascoltando il suono delle sue colonne sonore, leggendo le citazioni del maestro, affisse alle pareti della mostra, e le testimonianze di attori e professionisti a lui vicini. Emozioni che portano in là con il ricordo e l’immaginazione. Ma la mostra purtroppo è un’altra cosa. A Hitchcock sono dedicati “gli spazi della servitù” di Palazzo Reale, per intenderci quelli a destra, prima ancora dell’ingresso. La mostra è suddivisa per stanze: la prima ospita la cronistoria dei suoi film, dal 1925 al 1976, da Il giardino del piacere a Complotto di famiglia. Le successive sono dedicate a La finestra sul cortile, Vertigo, Psyco e gli Uccelli. All’ingresso, dall’alto di un enorme schermo giganteggia Gianni Canova, che non ha resistito a travestirsi da maestro del brivido, in quanto a postura, styling e inconfondibile sguardo. La sua sintesi descrittiva è perfetta, appassionata, anche se un po’ convenzionale. Dalle sue parole emerge la figura di un uomo straordinario, un instancabile innovatore e perfezionista, regista di 50 film e 487 delitti. Molto più di quel ciccione goloso ossessionato dal sesso e dal sangue che qualcuno, accecato da invidia, descriveva con colpevole ottusità. Su comodi divani Living, sponsor della mostra, lo spettatore si prende il suo tempo per ascoltare, rivedere e scoprire le curiosità che Canova snocciola sui singoli film. Scopriamo così che per La finestra sul cortile vennero preparati 12 appartamenti completi, negli Studios della Paramount, scavando in profondità fino ad arrivare alla falda acquifera. E che Hitchcock dava indicazioni agli attori nel palazzo di fronte tramite auricolari color carne. Di Vertigo scopriamo che da molti è stato indicato il miglior film di sempre. Di Psyco, che al tempo fece fuggire gli spettatori dalle sale, comprendiamo le difficoltà di rappresentare il brivido e l’orrore senza scoprire le nudità dell’attrice. Degli Uccelli ne approfondiamo ogni difficoltà tecnica per un film che cambiò gli effetti speciali del tempo e il modo di rappresentare i mostri al cinema, non più invenzioni immaginarie, ma nemici del quotidiano, come appunto dei semplici uccelli. Laddove vi era la più tranquillizzante normalità si nascondeva, secondo Hitchock, il più grande potenziale di emozione e paura. Una stanza con i cameo, una con le colonne sonore che hanno fatto scuola e la mostra finisce. Si torna a casa con la volontà di vedersi la filmografia completa. Nell’appassionato prevale l’emozione di un viaggio sfizioso nei retroscena del brivido. Nel visitatore prevale, un pizzico di delusione per una mostra che è poco visiva, più adatta ad un salotto che ad un’esibizione a Palazzo Reale.