JONI MITCHELL_LOVE HAS MANY FACES
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IN BREVE – Qualità: ★★★★★ – Ritmo: OOOOO – Pubblico: per “molti” TWEET Non perdetevi la nuova antologia di Joni Mitchell, un viaggio capolavoro nella storia di questa meravigliosa artista. IL COMMENTO Inchiniamoci di fronte all’ultimo lavoro di Lady Mitchell, una delle più grandi protagoniste della scena musicale degli ultimi cinquant’anni. Dal suo eremo di ..

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JONI MITCHELL_LOVE HAS MANY FACES

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IN BREVE – Qualità: ★★★★★ – Ritmo: OOOOO – Pubblico: per “molti”


TWEET

Non perdetevi la nuova antologia di Joni Mitchell, un viaggio capolavoro nella storia di questa meravigliosa artista.


IL COMMENTO

Inchiniamoci di fronte all’ultimo lavoro di Lady Mitchell, una delle più grandi protagoniste della scena musicale degli ultimi cinquant’anni. Dal suo eremo di Laurel Canyon, ci spedisce un cofanetto di inestimabile valore, composto da 4 CD per un totale di 53 tracce musicali, che attraversano la sua lunga carriera di artista, dal titolo “Love has many faces: A Quartet, A Ballet, Waiting To Be Danced”. A settant’anni compiuti non ha più voglia di scrivere e comporre ma, come lei stessa dichiara – semplicemente “di restaurare la sua musica”, rimaneggiando le sue incisioni deteriorate. Davanti alla figura di Joni Mitchell mi torna alla mente l’indimenticabile storia di Forrest Gump, quella cioè di un personaggio totalmente alternativo, di sensibilità fuori da comune, in grado però di accompagnare inesorabilmente ogni evento della nostra storia, incidendo su di essa. Per qualsiasi appassionato di musica, Joni Mitchell è un punto di riferimento imprescindibile: nata in Canada, inizia la sua carriera nel solco del movimento folk insieme a personaggi come Neil Young e Leonard Cohen, a New York incontra e si unisce sentimentalmente prima a David Crosby poi a Graham Nash, lascia il suo indelebile segno di un’epoca scrivendo l’inno a “Woodstock” per poi superare il periodo hippie e approdare all’intimismo del disco “Blue”… era il 1971 e chi scrive stava per venire al mondo…
Inizia poi la strepitosa ricerca sperimentale, che la porta dalla scoperta dei ritmi etno-tribali all’improvvisazione jazz. E qui forse, in questo periodo dedicato al jazz, dà forse il meglio di sé, affiancandosi ai più grandi autori della scena musicale mondiale. In particolare, aderisce al progetto musicale di Charles Mingus, dedicato alla rappresentazione musicale di un’opera di T.S. Eliot. Siamo nel 1979 e forse vale la pena di aprire una breve parentesi: durante la stesura dell’album, le condizioni di salute di Mingus peggiorano (affetto da sclerosi era già costretto sulla sedie a rotelle) e l’artista muore senza vedere completato il lavoro. Joni intraprende l’arduo compito di scegliere una band adatta a eseguire quel particolare tipo di musica e mette insieme una formazione sorprendente, che vede Herbie Hancock alle tastiere, Wayne Shorter al sassofono, Don Alias alle percussioni, Peter Erskine alla batteria e Jaco Pastorius al basso! Ma vi rendete conto?!? Negli anni Ottanta torna al pop prima e alla sperimentazione elettronica poi, affiancandosi anche a Peter Gabriel, con il quale duetta in My Secret Place. Nel ’90 è collaboratrice di Roger Waters nel progetto “The Wall”…Potrei continuare ma mi fermo qui. 21 album e 6 raccolte ufficiali sono il bottino di Joni Mitchell, che ci fa un regalo immenso con questa ultima opera, in grado di raccogliere tutti i passaggi che – inevitabilmente in modo molto sintetico – ho provato a raccontarvi qui sopra. Ascoltare “Love has many faces” richiede 4 ore di tempo ed è un’esperienza molto emozionante: vi sentirete in viaggio con un pulmino Volkswagen, sdraiati su un prato sognando il libero amore, seduti a un tavolino di un esclusivo club jazz di New York, in uno studio di registrazione di Londra pieno zeppo di sintetizzatori, davanti a un’orchestra di 100 elementi… Il viso di Joni Mitchell con tutte le sue rughe al loro posto campeggia sulla copertina del disco. L’immagine non è una foto ma un dipinto perché – ah certo, dimenticavo – Joni dice di essere “prima di tutto una pittrice, poi una musicista…”. Giusto per chiudere il cerchio.


DA NON PERDERE

Una per disco: River, Hejira, You Dream Flat Tires, The Last Time I Saw Richard


SCHEDA ESSENZIALE

Artista: Joni Mitchell – Album: Love has many faces: A Quartet, A Ballet, Waiting To Be Danced (4CD) – Genere: folk, jazz – Etichetta: Elektra / Rhino – Anno pubblicazione: 2014

Nei quattro CD compaiono oltre 70 musicisti di livello mondiale che hanno accompagnato Joni Mitchell in 50 anni di percorso musicale: da Vinnie Colaiuta a Graham Nash e David Crosby, da Herbie Hancock a Billy Idol, da Manu Katché a Charles Mingus, da Willie Nelson alla London Philharmonic Orchestra… Wayne Shorter, Jaco Pastorius, Michael Landau…


TRACK LISTING
1. In France They Kiss On Main Street
2. Ray Dad’s Cadillac
3. You Turn Me On I’m A Radio
4. Harlem In Havana
5. Car On A Hill
6. Dancin’ Clown
7. River
8. Chinese Cafe/Unchained Melody
9. Harry’s House/Centerpiece
10. Shafes Of Scarlet
11. Number One
12. The Windfall (Everything For Nothing)
13. Come In From The Cold

14. Court And Spark
15. Not To Blame
16. Nothing Can Be Done
17. Comes Love
18. Trouble Child
19. No Apologies
20. Moon At The Window
21. Blue
22. Tax Free
23. The Wolf That Lives In Lindsey
24. Hana
25. Hejira
26. Stay In Touch
27. Night Ride Home

28. You’re My Thrill
29. The Crazy Cries Of Love
30. Love Puts On A New Face
31. Borderline
32. A Strange Boy
33. You Dream Flat Tires
34. Love
35. All I Want
36. Be Cool
37. Yvette In English
38. Just Like This Train
39. Carey
40. The Only Joy In Town

41. Don Juan’s Reckless Daughter
42. Two Grey Rooms
43. God Must Be A Boogie Man
44. Down To You
45. A Case Of You
46. The Last Time I Saw Richard
47. Raised On Robbery
48. Sweet Sucker Dance
49. Lakota
50. Cool Water
51. Amelia
52. Both Sides Now
53. My Best To You

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