JOHN EDWARD WILLIAMS_STONER
IN BREVE – Qualità ★★★★ – Ritmo OO – Pubblico: secondo me dovrebbero leggerlo tutti, ma probabilmente è per pochi. Per chi ama i romanzi scarni, quasi malinconici. Da consigliare ai ragazzi più grandi, delle superiori.
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Un grande romanzo americano senza happy end. Una vita minima, comunque esemplare.
LA TRAMA
William Stoner nasce in una povera famiglia di contadini, nelle campagne del Missouri. Il padre decide di mandarlo all’università a studiare Agraria, perché in futuro possa aiutare la famiglia a sfruttare meglio le proprie terre, aride e poco generose. Stoner ubbidisce e si iscrive all’università, affrontando molti sacrifici. Durante una lezione di Letteratura Inglese resta folgorato dalla lettura del Sonetto 73 di Shakespeare (L’Autunno – “questo in me tu vedi, che fa il tuo amore più forte”) e lentamente dirotta i suoi studi verso gli argomenti letterari. Si laurea, accetta un posto da insegnante nella stessa università presso cui ha studiato, si sposa, ha una figlia, due amici, contrastati e parchi riconoscimenti sul lavoro, un solo amore. Attraversa avvenimenti apparentemente comuni, incontra persone mediocri e gelose. Non è bello, non è brillante, non fa carriera, ma la sua vita ci commuove e appassiona, come la vita di un eroe. Un motivo c’è.
IL COMMENTO
Pubblicato per la prima volta nel 1965, poi quasi dimenticato, Stoner di John E. Williams è stato ripubblicato nel 2006 dalla New York Review Books, suscitando un rinnovato interesse da parte della critica e dei lettori. Un’inarrestabile passaparola lo ha reso rapidamente un bestseller, anche in Italia, dove è stato pubblicato da Fazi nel 2012.
Stoner è un libro quasi perfetto, sostenuto da una scrittura limpida, asciutta, che per molti tratti dimentica l’uso degli aggettivi e scorre pianamente descrittiva. Lunghi periodi della vita di Stoner sono racchiusi in poche righe mentre altri episodi sono narrati dettagliatamente. Questo tipo di scrittura contribuisce a immergere il lettore in un clima di ineluttabilità, a tratti quasi claustrofobico. Allo stesso tempo scolpisce con precisione il personaggio principale, insieme a tutti gli altri – ugualmente necessari -, piano piano, a piccoli tocchi successivi. E Stoner è un personaggio indimenticabile. Dietro un’apparenza incolore, mite se non passiva, si nasconde la natura che il suo stesso nome richiama. La sua identità è solida, profondamente etica e morale, compassionevole. Ci arrabbiamo per le ingiustizie che subisce, per le sofferenze che non gli vengono risparmiate e che lui stesso non combatte né rifiuta; a tratti lo vorremmo scuotere, ci piacerebbe vederlo reagire. Ma lui non lo fa: non come vorremmo. Fa di più. Non si tradisce. Non tradisce la sua natura, il suo senso di giustizia, la sua capacità di avere compassione anche per chi è crudele con lui, la sua “contadina” attitudine ad accettare la vita per quello che è. Vede l’“autunno nella vita” ed è capace di amarlo. Si oppone, mitemente ma con granitica costanza e coerenza, alla cultura dell’apparire senza per questo diventare un fustigatore di costumi o un moralista. Negli accadimenti di una vita minima Stoner riesce comunque a cogliere il senso del proprio lavoro, dell’amore, della comprensione umana. Le esperienze che danno significato a qualsiasi esistenza.
Il suo alter ego anziano – anche se non compiutamente risolto come lui – è il suo vecchio insegnante di letteratura, Archer Sloane, che gli raccomanda: “Deve ricordare chi è e chi ha scelto di essere, e il significato di quello che sta facendo. Ci sono guerre, sconfitte e vittorie della razza umana che non sono di natura militare e non vengono registrate negli annali della storia. Se ne ricordi, al momento di fare la sua scelta”.
Un libro asciutto, spesso malinconico, che mai strizza l’occhio al lettore, eppure profondamente morale, intriso di un’eticità profonda che non è solo quella del cosiddetto “uomo qualunque” o della banale accettazione della vita, e neppure quella che allude alla religiosità. Ma quella più difficile e intima della coscienza (e conoscenza) di sé, quella che consente all’autore di scrivere, alla conclusione della vita di Stoner, “Era se stesso, e sapeva cosa era stato”. Da leggere.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: Stoner – Autore: John Edward Williams – Editore: Fazi – Genere: romanzo – Uscita: prima edizione originale 1965; prima edizione italiana 2012 – Numero pagine: 322
L’AUTORE IN BREVE
John Williams (22 agosto 1922 – 3 marzo 1994) è stato un romanziere, poeta e accademico statunitense. Nato a Clarksville in una famiglia di modeste condizioni economiche, si iscrisse all’Università di Denver solo dopo la fine della seconda guerra mondiale alla quale prese parte in qualità di sergente. Stoner, pubblicato nel 1965, è il suo terzo romanzo. I precedenti furono Nothing But the Night (Nulla, solo la notte – Fazi editore) nel 1948 e Butcher’s Crossing (Fazi editore) nel 1960. Il suo ultimo romanzo fu Augustus, (Castelvecchi editore) per il quale vinse il National Book Awards nel 1973.
