DONNA TARTT_IL CARDELLINO
IN BREVE – Qualità ★★(★) – Ritmo 00(0) – Per “quasi tutti” (soprattutto per coloro che amano i romanzi lunghissimi. Indicato per lettori uptodate che leggono i libri che fanno parlare e vincono premi letterari importanti).
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Un romanzo di formazione americano (con venature da romanzo criminale) in salsa russa.
LA TRAMA
Theo Decker ha 13 anni quando perde la madre in un attentato terroristico al Metropolitan Museum di New York. In quei momenti concitati un uomo morente gli affida un piccolo quadro del fiammingo Carel Fabritius, Il Cardellino, per l’appunto, filo conduttore del libro e coscienza morale del protagonista. Teho, scampato all’attentato, inizia una vita segnata dalla mancanza della madre, prima accolto nella casa upperclass della famiglia di un compagno di scuola e poi reclamato dal padre, un ex attore alcolizzato e dipendente dal gioco, che lo porta a vivere a Las Vegas. Qui Theo conosce Boris, un adolescente bislacco e border line, di origini ucraine, che diventa il suo migliore amico. Fra droghe, avventure nel mondo del crimine, un amore impossibile, sensi di colpa e abbandono, Teho cresce. Grazie all’amicizia con un vecchio restauratore, Hobie, diventa intenditore e commerciante di mobili antichi, e si trova invischiato in un commercio truffaldino di opere d’arte. Il romanzo è strutturato come un lunghissimo flashback, che inizia ad Amsterdam, dove lo stesso Theo – voce narrante – rievoca il suo passato, per farci capire come mai si trovi lì, a rischiare la vita. Un rocambolesco finale chiude la partita.
IL COMMENTO
Il Cardellino è un prodotto perfetto: scritto da un’autrice che pubblica ogni 10 anni, sostenuto da un marketing editoriale efficacissimo, vincitore del Pulitzer 2014 e di altri premi internazionali. Osannato dalla critica, ha riscosso un enorme successo di vendita in tutto il mondo. Eppure il 55% dei lettori che lo ha scaricato come ebook su Kobo non è riuscito a finirlo. Sono certa che sia capitato anche a molti che hanno acquistato la versione cartacea.
È un romanzo fiume, – quasi 900 pagine, ma non è questo il punto – che è stato anche definito dickensiano, forse per il personaggio dell’orfano e per uno stile che, in certi passaggi repentini, può ricordare quello dei feuilleton. Nell’Ottocento sarebbe stato un romanzo per ragazzi. Allo stesso tempo è un romanzo complesso, che mescola generi diversi e si muove su molti registri narrativi. L’autrice esplora e descrive con grande minuziosità, come davvero in un quadro fiammingo, i luoghi in cui ambienta la storia: New York, Las Vegas, Amsterdam, certi interni casalinghi. Risaltano con tridimensionalità i particolari, le sfumature di luce e di colori, contribuendo a creare atmosfere esattamente percepibili dal lettore. Questa attenzione per i particolari si scontra in maniera non sempre felice con alcuni punti di svolta narrativa della trama, che sembrano appena giustapposti, non coerenti.
In realtà sono proprio i cambiamenti di scena e di registro che consentono di proseguire la lettura, mantenendo desta l’attenzione (o perlomeno la curiosità) del lettore. Comunque in certi momenti si fatica, viene voglia di saltare le pagine, si affoga nella ripetitività. Soprattutto durante i dialoghi interiori, lungo certe riflessioni sulla vita cui indulge il protagonista, che non riescono a essere lette come elucubrazioni di un adolescente, ma appaiono banali riflessioni di un adulto solo apparentemente profondo. Insomma, Theo non è Holden Caulfield, e neppure Portnoy. E neanche Tom Sawyer. Vorrebbe essere ognuno di loro, probabilmente, ma non ci riesce. E, purtroppo per il lettore, non riesce neppure a essere davvero moderno, credibilmente complesso, mentre si dibatte fra i sensi di colpa e le droghe. Il romanzo deve invece molto al personaggio di Boris, un Lucignolo russo, un Huckleberry Finn catapultato a Las Vegas. Con Boris il romanzo assume un’atmosfera russa che gli dona molto, estrema, romantica ma violenta, esagerata.
Concludendo, sarò onesta… Il Cardellino non mi è piaciuto. Capisco che abbia dei punti di forza, certamente la Tartt sa scrivere e ha anche alcuni momenti fulminanti, e forse è ingiusto sostenere – come hanno fatto i pochi non convinti dal romanzo – che ci sarebbe voluto un editing più coraggioso, capace di tagliare pagine su pagine. In fondo chi ha amato questo libro l’ha fatto anche per le sue lunghe digressioni e descrizioni. Credo invece ci volesse una maggiore unità narrativa e una più forte tensione morale. Anche il quadro de Il Cardellino, che nasce come simbolo di molte istanze e complessità, alla fine diventa semplicemente un oggetto costoso da trafugare. Ma gli succede per caso, non perché l’autrice sembri aver percorso una parabola morale in cui i valori si reificano. Solo così, quasi per distrazione, perché a furia di voler sembrare complessi e profondi a volte anche gli autori perdono di vista i simboli che loro stessi hanno creato.
SCHEDA ESSENZIALE
Titolo originale: The Goldfinch – Autore: Donna Tartt – Editore: Rizzoli – Genere: romanzo – Uscita: marzo 2014 – Numero pagine: 892
L’AUTORE IN BREVE
Donna Tartt è nata a Greenwood, Mississippi, il 23 dicembre 1963. Ha pubblicato a 29 anni il suo romanzo d’esordio, Dio d’illusioni, e dopo 10 anni Il piccolo amico. Entrambi bestseller internazionali, tradotti in più di 30 lingue. Il cardellino è il suo ultimo romanzo.